NOTIZIE DAL FRONTE, NOTIZIE DA CASA. IL CARTEGGIO

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La serie Carteggio del fondo Giovanni Battista Caffaratto conserva sessanta cartoline scritte, spedite e datate tra il 1912 e il 1918 e sei cartoline senza datazione specifica.

Si tratta di una corrispondenza familiare e amicale.
Non si tratta unicamente di lettere inviate e ricevute dal fronte, ma di notizie scritte da amici e parenti alla famiglia di Giovanni Battista Caffaratto, e della stessa moglie, Cleofe, ai famigliari.
Mittenti e destinatari sono molteplici, e nella ricostruzione della serie non vi è l'omogeneità tipica degli epistolari, con la sola presenza delle risposte inviate al mittente e delle eventuali minute di quest'ultimo.
 

La prima corrispondenza bellica è datata alla metà dell'agosto 1915, periodo in cui compare per la prima volta "Tenente medico Giovanni Battista Caffaratto - 50 Reggimento - Zona di Guerra" come indicazione del destinatario.

Caffaratto scrive ai suoceri (che chiama affettuosamente mamma e papà) nel settembre 1915:

ALL'EGREGIA SIGNORA SIG. MARIA MAIOCCHI BASLETTA
SAN GIORGIO LOMELLINA (PAVIA)
Dal fronte – 4 settembre 1915

Carissima mamma,
da queste dolomitiche balze rimbiancate dalla primavera, con un senso di nostalgia famigliare in cuore, ma lieto di poter soccorrere all’umano sanguinante dolore, piena la mente di una visione di grandezza coronata di vittoria, t’invio, sempre memore, un affettuoso caldo saluto.

Tuo figlio Giovanni Caffaratto Tenente Medico
[Fondo GBC, Serie Carteggio, UD 7]

 

mentre pochi giorni dopo si rivolge direttamente al suocero, manifestandogli riflessioni educative per il figlio Tirsi Mario:

[...] Seduto in riva ad un meraviglioso laghetto alpino in un momento di tranquillità e di pace profonda il mio pensiero vola ai miei e dico: peccato che il nonno sia a [***] lontano: altrimenti chissà quali belle vicende di guerra narrerebbe al mio, al nostro caro Tirsi Mario; e gl’insegnerebbe dove si trova papà, lassù al confine per la grandezza della patria, per l’onore di tutti..."
[Fondo GBC, Serie Carteggio, UD 8]

 

LE CARTOLINE E LA GRAFICA DELLA PROPAGANDA BELLICA

Gli anni dal 1915 al 1918 furono un periodo di intensa comunicazione di massa, alimentata in tutti i paesi da una massiccia propaganda bellica e politica.
In un'epoca in cui i livelli di analfabetizzazione e scarsa istruzione erano un po' ovunque assai alti, la comunicazione visiva assunse proporzioni enormi: essa coinvolse la fotografia e il cinema, ma per la capillarità della diffusione e l'immediatezza della comunicazione conferì al manifesto un forte rilievo.

La cartolina, in sè un manifesto in piccolo, divenne trasposizione dei medesimi contenuti propagandistici della corrispondenza, testimoniando uno spaccato significativo circa la cultura delle immagini dell'epoca: la rappresentazione della guerra e del nemico, la propaganda per il sostegno finanziario, la celebrazione dell'eroismo sono i temi su cui si sviluppa l'iconografia del periodo.

Al centro del messaggio grafico fu posta la sua "natura propagandistica", che si espresse nella realizzazione di una "comunicazione semplice, immediata, spettacolare, capace di colpire l'immaginazione di ogni ceto sociale":

Furono adottati tutti i più elementari e diretti accorgimenti della retorica visiva: l'apostrofe [...], l'ipotiposi con la messa in evidenza dell'oggetto della comunicazione attraverso l'insistenza su particolari caratterizzanti (la bandiera, i simboli nazionali...), la narrazione didascalica e ricca di pathos (il soldato ferito, le azioni valorose, la brutale immagine del nemico), le figurazioni stereotipe (la donna materna e operosa, il bambino indifeso, l'atteggiamento nobile e fiero del combattente).[1]

La raccolta di cartoline spedite e conservate dalla famiglia di Giovanni Battista Caffaratto testimonia uno spaccato significativo circa la cultura delle immagini dell'epoca: la rappresentazione della guerra e del nemico, la propaganda per il sostegno finanziario, la celebrazione dell'eroismo sono i temi su cui si sviluppa l'iconografia del periodo, che utilizza le cartoline postali in quanto supporto economico e di altissima diffusione.

Autori ed editori

Tra gli autori della grafica delle cartoline figurano alcune firme di artisti del periodo: in alcuni casi si tratta di pittori e scultori che lavoravano direttamente su committenza degli editori, come fu per Cesare Saccaggi e Tommaso Cascella. Emblematico è il caso dello scultore Domenico Mastroianni, ideatore di un genere autonomo, la fotoscultura, piuttosto celebre oltralpe e diffuso anche in Italia.

In altri casi è l'opera, dal contenuto estremamente significativo e aderente al tema della propaganda, a essere riprodotta su cartolina, come avvenne per il bassorilievo commemorativo dell'occupazione di Misurata (1912-1915) realizzato da Giovanni Battista Alloati.

Non mancano cartoline di genere paesaggistico, che riproducono dipinti di centri storici, come è il caso delle immagini realizzate da Angelo Enrie.   

Tra gli editori compaiono con più frequenza i milanesi Fratelli Tensi e Traldi, il torinese Doyen, ma non mancano anche editori stranieri.


[1] D. BARONI, M. VITTA, Storia del design grafico, Longanesi, Milano 2004, pp. 78-79