Federico Fiori detto Barocci, La sepoltura di Cristo
print this pageDATA: 1579 circa
TECNICA: Olio su tela (bozzetto)
DIMENSIONI: cm 125x100
PROVENIENZA: Monte di Pietà di Urbino (Congregazione di Carità).
DESCRIZIONE: Tra il 1579 e il 1582, Federico Barocci eseguì una grande pala d’altare per la chiesa della Santa Croce di Senigallia (AN). L’opera, attualmente conservata nella Chiesa alla quale era destinata, si caratterizza per la straordinaria finezza e perfezione stilistica, rese possibili anche grazie al consueto studio grafico dell’artista, testimoniato, in questo caso, da oltre trenta disegni, da un cartone esecutivo e da un raffinato “abbozzo per i colori”, che è rappresentato da questa tela esposta all’interno della Galleria Nazionale delle Marche. Si trattava, probabilmente, di un saggio per la valutazione della committenza. Il Barocci trae ispirazione dalla celeberrima “Deposizione Baglioni”, oggi alla Galleria Borghese di Roma, che Raffaello aveva realizzato a Perugia nel 1507 per Atalanta Baglioni, che aveva commissionato all’artista la pala d’altare per la cappella della sua famiglia nella chiesa di San Francesco al Prato. A partire dal modello raffaellesco Barocci sceglie uno sviluppo verticale ed elabora una composizione fortemente diagonale, in cui le linee e i movimenti delle figure convergono sul Cristo morto. Sullo sfondo, tra due quinte rocciose, si vedono i torricini del Palazzo Ducale. In quest’opera, rispetto alla pala d’altare di Senigallia, alcune figure, ovviamente, risultano non finite; per quanto riguarda i colori, l’artista di fatto realizza qui un’esercitazione cromatica, in cui prevalgono tinte pastello piuttosto tenui, che, nella redazione finale del dipinto, raggiungeranno esiti di prezioso e raffinato cangiantismo. Rispetto all’opera di Senigallia, infine, qui è quasi del tutto assente la vegetazione.