La Famiglia Morpurgo
print this pageCarlo Marco Morpurgo de Nilma Esponente della comunità ebraica, insieme al fratello Giacomo, Carlo Marco svolse una carriera ricca e brillante tra Trieste e l’Egitto. Dopo un primo periodo nel capoluogo giuliano, avviò il suo percorso professionale ad Alessandria d’Egitto dove, nel 1854, fondò la banca Mondolfo e Morpurgo. Nel medesimo anno sposò Emma Mandolfo, sorella di Fanny che convolò a nozze con Giacomo, il fratello di Carlo Marco. I fratelli Morpurgo si trovarono implicati in un affaire internazionale riguardante la questione del mobilio del Palazzo egiziano di Choumbra di Halim Pascià. La faccenda si risolse con il Pascià che, insoddisfatto, fece rimuovere il mobilio e rimase insolvente per oltre quattro milioni e mezzo di fiorini. Carlo Marco fondò insieme a Pietro Sartorio la Banca Austro Orientale, con sede a Trieste e filiali in Egitto, e nel 1871, avviò la Banca Triestina di Costruzioni. Nel 1866 Carlo Marco per le sue opere di beneficenza venne insignito del titolo di cavaliere/barone e completò il suo cognome con l’aggiunta del predicato “Nilma”. Dal 1875 al 1881 venne nominato capo della Comunità israelitica. Nel 1875, insieme al fratello, fece edificare la propria dimora sul lotto di terra che Fanny e Emma avevano acquistato dagli eredi di Apollonia Enenkel (oggi Via Imbriani). L’edificio prende oggi il nome di Palazzo Morpurgo de Nilma. Giuseppe Mario Morpurgo de Nilma Primogenito di Giacomo e Fanny, Giuseppe Mario fu collezionista, viaggiatore, filantropo e si dedicò alla vita di società. Compì numerosi viaggi anche fuori dall’Europa, frequentò circoli letterari, teatri. Scrisse un libro di viaggi che venne edito nel 1910 per essere riservato alla distribuzione in ambito familiare. Durante la grande guerra fece parte della Croce Rossa. Nel 1931, temendo le leggi razziali, pensò a mettere al sicuro i suoi beni mentre nel 1934, di nascosto dalla madre, si fece battezzare a Roma, seguendo l’esempio di molti ebrei dell’epoca. Giuseppe Mario Morpurgo si dedicò molto alla diffusione della cultura, diventando presidente della comunità dei collezionisti d’arte. Alla morte lasciò in eredità al comune le collezioni contenute nella sua residenza, mentre il Palazzo fu affidato alla fondazione voluta da lui stesso e che porta il nome di "Fondazione Mario Morpurgo de Nilma". Bibliografia essenziale | ritratto di famiglia d'epoca |