Alla scoperta dei giardini
print this pageL'itinerario dei giardini è altamente suggerito in primavera nel periodo delle fioriture e delle aperture delle limonaie, ma il fascino di questi scrigni di verde può essere apprezzato anche in estate o nei colori caldi dell’autunno.
Iniziamo il nostro percorso dal giardino all'italiana più famoso, il giardino di villa di Castello.
Il giardino di Cosimo I nella Villa di Castello nasce come rappresentazione del potere personale e dinastico. Il giardino, disposto su tre terrazze digradanti verso il retro, rappresenta oggi l'esempio meglio conservato di "giardino all'italiana" secondo i canoni e le descrizioni di Leon Battista Alberti.
Ma scopriamo ancora di più: il giardino è il luogo della contemplazione del bello, un vero e proprio luogo espositivo in cui la ricerca estetica e l'innovazioni tecnica si mescolano. Nel giardino di Castello possiamo ammirare le opere d'arte di grandi artisti: sulla prima terrazza ci imbattiamo su una grande fontana a vasca, opera del Tribolo, con la collaborazione di Pierino da Vinci (1538-1548), sulla quale si trova la statua di Bartolomeo Ammannati raffigurante Ercole e Anteo (è visibile una copia, l'originale è custodita a Villa La Petraia). La fontana, che con il suo spruzzo alto tre metri era una delle meraviglie dell'ingegneria del parco.
Salite le due rampe di scale coperte, poste ai lati del giardino all'italiana, arriverete al livello superiore detto "il selvatico", cioè la zona boscosa, dove si incontra la fontana del Gennaio o dell'Appennino, che prende il nome dalla statua bronzea posta al centro su uno scoglio spugnoso, opera di Bartolomeo Ammannati (databile tra il 1563 e il 1565). Da qui si diparte il grande parco all'inglese, con un bosco segnato da vialetti rettilinei a raggiera. Al centro del giardino si trovava la Venere-Fiorenza di Giambologna, che oggi troneggia invece alla Petraia.
Non solo grandi opere d'arte, il giardino di castello è la sede del grande collezionismo botanico dei Medici. La seconda terrazza conosciuta come Giardino degli agrumi in primavera ospita la straordinaria collezione di circa 500 piante in vaso di agrumi ornamentali, antichi, rari e pregiati, una delle più importanti al mondo nel suo genere. Questi agrumi, chiamati anche le "bizzarrie", fin dai tempi dei Medici, sono frutto di innesti e sperimentazioni su tutte le specie conosciute.
Da non perdere è Grotta degli Animali (al momento in restauro), uno degli ambienti architettonici più suggestivi e rilevanti dell'architettura manierista. Realizzata dal Tribolo, è stata forse portata a termine da Giorgio Vasari, avvalendosi delle sculture del Giambologna.
A pochi passi dalla giardino della villa di Castello è possibile raggiungere la Villa La Petraia.
In posizione panoramica verso la città, ci sono i giardini formali della villa. La terrazza più alta, al piano dell'edificio, offre un'ampia vista di Firenze; a est è possibile ammirare il piano della figurina e lasciarvi affascinare dalla Venere del Giambologna (all'interno della villa potrete ammirare l'originale).
Il livello intermedio, detto Piano del Vivaio, presenta la grande vasca rettangolare che un tempo veniva utilizzata come pescaia. Al centro si trova un serra-tepidario, mentre ai due lati sono coltivate delle aiuole, delle quali quella di sinistra è coltivata con piante da bulbo.
Il piano inferiore, ampio e in lieve pendenza, presenta un parterre di siepi di bosso caratterizzato da un complesso disegno geometrico, tipico del giardino all'italiana.
Sul retro della villa si estende il grande parco all'inglese. La sistemazione del parco romantico è ottocentesco, oggi, dopo vari ritagli nei secoli, si può ammirare una parte significativa (20 ettari circa). Il parco è molto frequentato dagli uccelli migratori che lo usano per la sosta, infatti dal 2003 ospita un'oasi faunistica della LIPU.
All'interno della Villa sono imperdibili le lunette di Giusto Utens della serie delle ville medicee. Le vedute aeree di Utens ci mostrano con attenzione al dettaglio come si presentavano i giardini delle ville medicee all'inizio del '600.
Se volete godere del paesaggio, il territorio offre molte proposte interessanti. E' possibile organizzare una visita a cavallo della zona di castello in un itinerario che unisce anche la Villa di Corsini a Castello. Quest'ultima presenta un meraviglioso giardino all'italiana, al momento non visitabile al pubblico.
La zona di Castello è collegata da sentieri che portano a Monte Morello, dove è possibile fare percorsi di trekking alla scoperta delle sue bellezze paesaggistiche e naturalistiche.
Inoltre la zona offre l'opportunità di pranzare in locande e agriturismo per degustare i classici piatti della tradizione culinaria fiorentina.
Prossima e ultima tappa è la Villa di Poggio a Caiano.
All'ingresso ci accoglieranno i giardini che circondano la Villa. Questi risalgono soprattutto all'Ottocento. Infatti i giardini furono ridisegnati dopo il 1811, su commissione di Elisa Baciocchi. Il giardino è recinto su tre lati e chiuso sul quarto dalla limonaia-stanzone del Poccianti. Sul lato destro della villa, ha mantenuto l'aspetto all'italiana, con una vasca centrale e vasi di limoni. Inoltre il giardino è arricchito da alcune statue, come quella in terracotta raffigurante la cattura della ninfa Ambra da parte di Ombrone descritta da Lorenzo de' Medici nel suo poemetto Ambra. La parte dei giardini che si estende oltre la facciata posteriore della Villa, verso l'Ombrone, si presenta come un giardino all'inglese, con viali ombreggiati e angoli caratteristici.
Da visitare assolutamente, il Museo della Natura Morta, all'interno della villa.
Il Museo della Natura Morta, unico nel suo genere, espone circa 200 dipinti, databili dal tardo Cinquecento alla metà del Settecento, e provenienti dalle collezioni dei Medici. Scoprirete la più importante collezione d'Europa nel suo genere, messa insieme con passione dai Granduchi di Toscana tra Seicento e Settecento, raccogliendo opere di artisti italiani, fiamminghi e olandesi. La scelta della Villa Medicea come sede del museo non è casuale: infatti proprio a Poggio a Caiano Ferdinando de' Medici aveva raccolto la sua collezione. Alcune tele ritraggono specifiche varietà botaniche, realizzate per documentare le caratteristiche dei vari esemplari. Questo genere di pittura di taglio scientifico, particolarmente apprezzato alla corte degli ultimi medici, viene definito “natura viva”.
In particolare nei quadri del pittore Bartolomeo Bimbi è possibile ritrovare le tracce di una eccezionale “biodiversità”; infatti nelle sue tele ritrasse esempi della fauna toscana di quei tempi ma soprattutto piante e frutta dei più diversi tipi (agrumi, uve e frutti della Toscana) catalogando con puntigliosità le più diverse varietà allora coltivate, riproducendo con precisione perfino i difetti dovuti a malattie e parassiti. La sua opera è studiata anche dai botanici come utile traccia per identificare specie e varietà di fiori e di frutti estinte o in via di estinzione.