Formatosi presso le Accademie di Belle Arti di Roma, Firenze, Parigi, fu una presenza frequente alle Esposizioni italiane, come la Quadriennale di Roma, ed estere. Arruolato come capitano di fanteria durante la Prima guerra mondiale, nel novembre 1918 appena terminato il conflitto Lombardi, impressionato dagli eventi bellici documentò, in più di duecento tavole, gli episodi dolorosi e tragici della guerra quando la linea del fronte, già abbandonata dall’esercito, era prossima allo smantellamento. I disegni, realizzati a carboncino, china e penna, conservati presso il Museo Centrale del Risorgimento di Roma, riprendono l’intero fronte del Piave, dal monte Grappa fino al mare. Non sono immagini di battaglia o di vita quotidiana nelle trincee, e neppure del ricordo dei festeggiamenti per la vittoria, ma “silenziose” vedute di una terra solitaria e devastata, dove prevalgono i danni della guerra e i resti bellici abbandonati dagli eserciti. Dopo la fine del conflitto Lombardi, trasferitosi a Roma, proseguì il genere della veduta e del paesaggio ritraendo la trasformazione urbanistica della capitale. Nel 1937, memore della sua esperienza artistica del 1918 al fronte, si recò preso un accampamento di truppe italiane in Africa, impegnate nella Campagna d’Etiopia, dove realizzò una serie di disegni acquerellati, acquistati poi dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.