Il sopraggiungere al fronte, durante la Prima guerra mondiale, delle macchine da ripresa, ha permesso ad ogni esercito la costituzione di appositi reparti di cineoperatori che, affiancando i colleghi fotografi, documentavano in presa diretta un conflitto. Terminata la guerra non terminò invece l'attività di documentazione, che proseguì con le riprese delle cerimonie di inaugurazione di molti monumenti ai caduti e di quella che fu la massima cerimonia corale a livello nazionale: la traslazione del Milite Ignoto dalla basilica di Aquileia al Vittoriano a Roma nell'ottobre-novembre del 1921. Una formula, quella della documentaristica, attivata dal Museo Centrale del Risorgimento attraverso i laboratori di didattica della storia dell'Otto e Novecento con le scuole attraverso un diverso utilizzo delle testimonianze documentarie pubbliche e private. I monumenti ai caduti diventano il mezzo per recuperare  le fonti private e personali ancora custodite  dalle famiglie. Diari di guerra, cartoline, lettere diventano il pretesto per far affiorare le proprie “radici” in cui pubblico e privato si intrecciano.

1921: la traslazione del Milite ignoto

Roma, il monumento ai caduti del quartiere Ludovisi

Roma, il monumento ai caduti del quartiere Nomentano e Salario

Noi e la guerra

Diego Bottiglieri

Il monumento ai caduti dell’Arma del Genio