Iscritto nel 1872 all’Accademia di Brera fu allievo, tra gli altri, di Camillo Boito per l’architettura superiore. Pittore, scenografo, scultore, orafo e cesellatore, Pogliaghi realizzò opere private e pubbliche per committenze prestigiose sia civili sia religiose. Tra le opere più importanti si ricordano la porta centrale del Duomo di Milano, con scene tratte dai misteri gaudiosi e dolorosi della Vergine, terminata nel 1906 e poco dopo il 1910 il gruppo scultoreo della Concordia per il Vittoriano a Roma. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, quasi sessant’enne, si arruola presso il Comando Supremo come pittore-soldato. Inviato sul fronte orientale, dominato dalle imponenti Dolomiti, documenterà gli eventi più significativi delle operazioni belliche, producendo una corposa serie di schizzi, disegni e oli su cartoncino, resi con la tecnica monocroma, conservati oggi presso il Museo Centrale del Risorgimento di Roma. In questa produzione di guerra, il soggetto principale è il paesaggio alpino che, dominando totalmente la superficie del foglio, sposta le figure umane in secondo piano. Un genere pittorico, quello realizzato al fonte, che terminerà con la fine del conflitto.