Pittura e incisioni
print this pageQuesta sezione racchiude i documenti dell’Album Albani che, sia per forma che per contenuto, riguardano la pittura e le incisioni. Il materiale è eterogeneo e la sua inclusione nell’Album mostra gli interessi che i membri della nobile famiglia nutrirono, nel corso dell’Ottocento, per l’arte e i personaggi celebri a loro contemporanei.
Componimento scritto dal professor Carlo Bartolomeo Romilli (Bergamo 1794 – Milano 1859) in occasione di un pranzo presso la famiglia Albani che celebra due opere dell’artista Giuseppe Diotti, anch’egli presente al banchetto (Casalmaggiore 1779 – Casalmaggiore 1846).
Il pittore Diotti, dopo essersi formato presso l’Accademia di Parma e a Roma grazie ad una pensione di studio di quattro anni, ottenne l’ incarico di direttore e docente di pittura per la nuova Accademia di Bergamo, dove si trasferì nel 1811 e dove passò molti anni dedicandosi completamente alla duplice attività di artista e insegnante. E’ in questo periodo che dipinse le opere citate nel testo: la tela Il conte Ugolino nel 1820 per il conte Paolo Tosio di Brescia, ora custodita presso l’omonima Pinacoteca civica e l’ Antigone condannata a morte da Creonte nel 1845, ispirata alla tragedia dell'Alfieri ed eseguito per l'Accademia Carrara in Bergamo dove ancora si trova.
Sec. XIX. Manoscritto, mm 240 x 185
L’incisione mostra il primicerio della cattedrale di Cremona e appassionato di storia locale Antonio Dragoni in abito talare in cornice ovale, in basso lo stemma caratteristico del canonico recante al centro e di profilo la testa di un drago e un’iscrizione con i titoli e la provenienza del personaggio. Il ritratto è accompagnato da un componimento in latino che celebra l’origine, le cariche e la passione per gli studi e la storia locale. L’incisione è presente all’interno dell’Album poichè Dragoni doveva essere un frequentatore della Rocca Albani di Urgnano come dimostra un sonetto scritto in occasione di una visita.
L’albumina ritrae Teresa Verzieri (Bergamo 1801 – Brescia 1852), figlia del nobile Antonio Verzieri e di Elena Pedrocca Grumelli. La religiosa fondò nel 1831 l’ordine dell'Istituto delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù nella zona bergamasca, volto all’educazione di giovani di condizioni infime, alle ragazze abbandonate e all’assistenza agli infermi. La presenza di questo personaggio nell’Album Albani è probabilmente da ricondurre alla notorietà riscossa dalla religiosa nella città di Bergamo e ai legami di parentela e rapporti sociali che univano le nobili famiglie Albani e Pedrocca Grumelli.
Sec. XIX. Albumina, mm 160 x 130.
L’acquerello raffigurante un religioso non meglio identificato è dell’artista Giuseppe Macinata (Bergamo 1807 – 1874), noto per essersi dedicato a cicli decorativi paesaggistici, ritratti e autoritratti e soggetti di tipo grottesco che denotano significative influenze del pittore e incisore spagnolo Francisco Goya. L’opera dimostrerebbe l’attenzione del conte Venceslao Albani e dei suoi familiari per l’arte contemporanea.
Sec. XIX. Disegno ad acquerello con decorazione impressa, mm 125 x 85.
Nell’Album sono presenti due albumine raffiguranti due dipinti di carattere religioso: La Madonna del Cardellino di Raffaello Sanzio e l’Adorazione dei Magi del Maestro di Hoogstraeten. I due dipinti, tra loro coevi, dimostrerebbero un interesse degli Albani per i soggetti sacri.
Sec. XIX. Albumina, mm 170 x 127. Timbro a secco di J. B. Philpot, Florence.
Sec. XIX. Albumina, mm. 980 x 148.