Il teatro di propaganda
print this pageL'utilizzo, efficacemente studiato, dei mezzi di comunicazione di massa (stampa, radio, cinema, teatro..) al fine di veicolare certe idee è quella pratica più comunemente conosciuta come propaganda, largamente impiegata nei regimi totalitari; il Fascismo non fece eccezione in questo. Mussolini si era formato da giornalista (Avanti!, Il Popolo d'Italia), seguiva la stampa e la indirizzava, stando sempre molto attento alla “psicologia delle folla”, nella quale vedeva il reale punto di consolidamento del consenso al suo regime e non disdegnando gli altri mezzi di comunicazione di massa. Ciò che gli sembrava assolutamente necessario era un “teatro di masse” e un teatro per le masse, che non avesse fini didattici, ma che fosse un solido teatro di propaganda, che non sottovalutasse la forma artistica, che rimandasse alla civiltà, al buon gusto ed alla bellezza prettamente italiana, cosa che in un primo momento sembrava essere stata raggiunta con i “Carri di Tespi”, con il “Sabato teatrale” o con i grandi spettacoli all'aperto nei mesi estivi (il 30 giugno 1938 venne inaugurato il “Teatro per ventimila” alle Terme di Caracallaa Roma alla presenza del Duce).
Negli anni che vanno dalla Guerra d'Africa allo scoppio del Secondo Conflitto Mondiale molti autori dilettanti quali, avvocati, professori, medici, maestri, giornalisti, operai, pensionati, militanti del partito o delle sue organizzazioni collaterali ed anche casalinghe, provarono a scrivere copioni che celebravano la nascita del fascismo o le sue conquiste, sociali e militari. Nella maggior parte dei casi si trattava di lavori mediocri, sia per le tematiche (che risultavano poco originali, scontate e ridotte ad una lotta troppo semplice tra buoni e cattivi) che per la scrittura (grammatica, sintassi...), ma furono proprio questi lavori che dettero un contributo al teatro di propaganda, delineando l'immaginario che aveva quella parte di popolazione vicina al regime, e quindi come uomini e donne di quegli anni vivessero e percepissero gli eventi. Il fatto che i copioni fossero opera di persone molto diverse tra loro per estrazione culturale e formazione ma che essi si soffermino sulle stesse situazioni, esaltino gli stessi valori ed utilizzino lo stesso linguaggio simbolico ci fa capire come evidentemente attingessero ad un sostrato comune.
Di seguito è possibile scorrere quali erano le tematiche principali del cosiddetto "teatro di propaganda".
La famiglia numerosa
Veniva esaltata ed incoraggiata la famiglia numerosa, in cui il padre era uomo sano, laborioso, onesto, dedito alla famiglia, al lavoro e alla patria, mentre la madre del fascio era vista come “fattrice di figli” e che “offre con austera fierezza oro e figli alla Patria”, lontana dall'immagine della madre piagnucolosa che vedeva come una sventura il fatto che figlio andasse in guerra. La guerra, infatti, rappresentava una missione liberatrice e civilizzatrice supportando anche l'esigenza di portare la vera fede, quella cattolica, a “genti barbare e selvagge”. Le parole chiave diventano quindi: Famiglia, Patria, Dovere Civile e Fedeltà (al Fascismo).
La redenzione dal Socialismo
Trama classica delle origini del movimento fascista e del percorso verso la salvezza in cui il protagonista, in un primo tempo socialista/bolscevico (buio-perdizione-peccato) dopo una fase di ripensamento e crisi (malattia), abbandona il suo partito (guarigione) per militare in quello opposto. La morte per questo lo purificava da qualsiasi colpa commessa precedentemente (luce-salvezza).
Fascismo VS Bolscevismo/Socialismo
Il Fascismo esaltava l'unità della Nazione, il suo bisogno di ricomposizione ed ordine che in certi casi si otteneva necessariamente con l'esperienza bellica e a cui si contrapponeva il bolscevismo/socialismo, antibellico, portatore del caos civile, che rinuciando all'ordine ed alla logica, portava alla disgregazione della Nazione. Nei copioni dove il tema era la Guerra Civile di Spagna, ad esempio ci si soffermava sulle atrocità commesse dai militanti di sinistra nei confronti dei veri spagnoli o degli italiani corsi in aiuto. Ci si indirizza verso un “teatro antibolscevico”, in cui si celebravano gli auspici della vittoria delle truppe nazionali contro le barbarie bolsceviche. Ciò che si voleva indurre a realizzare era un teatro italico “Allontanarsi quindi dalle atmosfere sociali d'oltr'alpe, bolsceviche, disintegratrici della pace, della famiglia, della religione; allontanarsi dagli schemi non richiesti né desiderati dagli stranieri, per dimostrare invece che gli autori italiani hanno origini italiane cui ispirarsi...”.
Il reduce e il caduto
L'esaltazione dell'intervento militare era visto come un'opportunità per riportare all'Italia un nuovo slancio patriottico. Una delle frange interventiste di sinistra fu condotta proprio da Benito Mussolini che, escluso per questo dal Partito Socialista e dalla direzione dell'"Avanti", portò avanti la sua ideologia ne "Il Popolo d'Italia". Su questa linea il reduce ed il caduto divennero simboli positivi, simboli di uomini che si erano spesi per la patria compiendo il dovere civile dell'uomo italiano.
Il mito del capo
Mussolini ben presto diviene il mito da esaltare in tutti i suoi aspetti. Si omaggia il Duce soldato, il Duce giornalista fino ad idealizzarlo alla stregua di un nuovo Mosè che avrebbe condotto l'Italia a essere la nazione sognata da tutti. Si vede in lui l'incarnzaione di valori e modelli da seguire arrivando ad usare per lui un linguaggio proveniente dal mondo cattolico, quasi come fosse portartore di un nuovo culto.
La Guerra d'Etiopia
L'impresa etiopica (1935-1940) suscitò entusiasmo tanto da essere celebrata anche in riviste di varietà al punto da richiedere l'intervento della censura. Questo tema diviene in realtà un veicolo per parlare dei nostri soldati che divenivano coloni della nuova terra, pionieri anziché combattenti.
Dio, Patria e Famiglia
"Dio, Patria, Famiglia" in questo slogan fascista si racchiudono i fondamenti ritenuti alla base della morale di ogni uomo: Rispetto per Dio e per la religione cattolica, l'unica ritenuta degna di essere predicata, l'Amore per la Patria, per la quale si deve essere disposti a dare anche la vita e Società fondata su una famiglia numerosa.