Il bando di selezione avviato dal Mibac a cui noi, Silvia, Martina, Maddalena e Luciana, abbiamo aderito, ha previsto una serie di iniziative, tra le più varie e diversificate, per quanto riguarda i progetti e gli enti coinvolti. Tra musei, archivi e biblioteche abbiamo scelto quest’ultima come realtà in cui inserirci e, confrontandoci, è stato subito chiaro come, seppur avendo maturato differenti formazioni ed esperienze, la nostra sensibilità fosse comune e condivisa. Nessuna di noi aveva avuto fino ad ora la possibilità di conoscere una biblioteca, come istituto culturale e luogo di conservazione documentaria, per un periodo di tempo così prolungato e continuativo. I nostri studi e le nostre inclinazioni hanno fatto sì che ci avvicinassimo a questo settore, portando ognuna a sviluppare un personale interesse e una propria curiosità.
L’inizio non è stato così semplice ed immediato, soprattutto dopo aver appreso la natura del Fondo che avremmo dovuto affrontare nel corso dei mesi successivi. Il Dono Morelli, come più volte viene ricordato in questa esposizione virtuale, ha un carattere prevalentemente giuridico e politico e le nostre strade personali hanno intrecciato percorsi, certo diversi, ma comunque in ambiti di studio prettamente umanistici. In seguito a un’iniziale momento di difficoltà, affrontato con spirito di riflessione e confronto reciproco sul materiale, è stato possibile analizzare più a fondo i testi. Questo cambiamento è arrivato nel momento in cui siamo state in grado di soggettare i libri da catalogare: iniziare a classificare gli argomenti di alcuni testi è stato uno dei passi fondamentali per organizzare i contenuti del Fondo e, di conseguenza, di questa mostra. L’esperienza maturata nel corso di quest’anno e i nostri precedenti percorsi hanno preso così forma e ci hanno permesso di dare un taglio personale al lavoro di creazione dell’esposizione virtuale, la quale è chiaramente caratterizzata da un’impronta storico-biografica sia per quanto riguarda la figura di Morelli, che per quanto concerne i suoi interessi e ambiti di ricerca.
Il nostro progetto ci ha portato ad organizzare il lavoro e a suddividerci i compiti, tenendo conto delle nostre individuali capacità e passioni; quindi siamo state libere di esprimere al meglio le varie attitudini che ci contraddistinguono. L’impegno alla realizzazione della mostra ci ha permesso inoltre di svolgere altre attività, rispetto a quelle quotidiane come la catalogazione: la scrittura di testi che fossero in grado di rendere l’idea della nostra esperienza; la cura degli aspetti di grafica di un sito web che potesse risultare chiaro e di facile consultazione; la realizzazione infine delle foto e del video che arricchissero il progetto espositivo.
Nell’anno trascorso non ci siamo dedicate esclusivamente al Fondo Morelli, bensì abbiamo avuto la possibilità di esplorare la Biblioteca, i magazzini e le raccolte in essi contenuti nella loro interezza. La cura della pagina Facebook istituzionale della Biblioteca Universitaria, a cui ognuna di noi ha contribuito attraverso una propria rubrica, è stata l’attività che più ha favorito una conoscenza dei libri che ci colpivano e che ha messo alla prova le nostre abilità comunicative. Quest'opportunità è stata interessante per misurarsi con gli aspetti divulgativi che un ente culturale ha tra i suoi compiti. Inoltre la rubrica Letture di un intellettuale dell’Ottocento, dedicata alla figura del professor Morelli, è stata utile non solo per approfondire ulteriormente il Fondo dandone notizia, ma ha contributo ad organizzare le idee e i temi di questa mostra.
Giunte alla fine del progetto, concluse le varie attività, siamo orgogliose di presentare MondoMorelli, lavoro che racconta il nostro viaggio attraverso questo Fondo. Ci auguriamo che questo percorso virtuale possa diventare anche per i visitatori una nuova esperienza di conoscenza e approfondimento di una delle personalità patavine, di cui la Biblioteca Universitaria conserva la memoria.