Letteratura italiana XVI-XVIII sec.

Tra le pagine della Miscellanea De Lollis è possibile individuare i ritratti degli intellettuali che animarono in vario modo gli ambienti letterari e culturali del XVI secolo.

In Verità poetiche del 500 il critico letterario Vittorio Cian introduce la figura del poeta veronese Girolamo di Verità, autore di 406 componimenti tra madrigali, frottole, canzoni e sonetti giunti a noi attraverso un’ampia tradizione manoscritta e del letterato, poeta e novelliere veneziano, Giovan Francesco Valier, delle cui opere non rimane traccia, parte per sua stessa volontà e parte a causa della damnatio memoriae che seguì la sua condanna a morte per tradimento nei confronti della Repubblica di Venezia.

Gli studiosi Francesco Picco e Giovanni Castellano esplorano rispettivamente la produzione letteraria di Matteo Bandello e Ludovico Ariosto, “poeta dell’armonia”.

Il critico letterario di origine palermitana Mario Ferrara si sofferma sui componimenti frottoleschi di frate Benedetto da Firenze, mentre Emilio Calvi, già distributore presso la Biblioteca Universitaria Alessandrina, esamina le commedie di Pietro Aretino, Ippolito Salviani e Annibal Caro.

Per quanto concerne le opere letterarie secentesche si segnalano i contributi riguardanti la poesia rusticale toscana, le opere di padre Angelico Aprosio, fondatore a Ventimiglia nel 1648 della Biblioteca Aprosiana, e di Tommaso Campanella.

Nei saggi che esaminano la letteratura settecentesca, invece, particolare attenzione è riservata all’opera teatrale di Carlo Goldoni: il ricercatore Edgardo Maddalena ricostruisce la fortuna de La locandiera al fuori dei confini italiani ed enumera le traduzioni straniere de Il ventaglio, mentre il filologo Ramiro Ortiz esamina l’esperienza francese dello scrittore veneziano.