Cesare De Lollis, nato a Casalincontrada in provincia di Chieti nel 1863, figlio di Alceste, uomo di cultura legato alle personalità più rappresentative del liberalismo meridionale, incarna perfettamente la figura dello scrittore-viaggiatore cosmopolita, occupando un posto di primo piano nella vita culturale italiana per l’originalità e la profondità del suo pensiero, l’ampiezza degli orizzonti e la varietà degli interessi. Fu tanto l’iniziatore di una critica stilistica, assolutamente precoce nel panorama accademico italiano dell’inizio del Novecento, soprattutto a seguito della rifondazione e del rinnovamento della rivista letteraria “La Cultura”, quanto un filologo di eccezionale valore: essendo ancora molto giovane curò la monumentale edizione critica degli scritti di Cristoforo Colombo, di cui ricostruì da frammenti sparsi in vari archivi - soprattutto spagnoli - il Giornale di bordo dei tre viaggi. Cittadino europeo ante litteram mantenne sempre uno speciale rapporto con la terra abruzzese. Nonostante avesse imparato a muoversi all’estero con estrema disinvoltura scelse, quasi sempre, come luogo di partenza o meta ultima delle sue peregrinazioni la campagna che circondava il borgo natio: trascorreva le vacanze nelle zone alpine di lingua tedesca e nei paesi dell’Alto Adige ma tornava di frequente a Casalincontrada, come un intellettuale fuoriuscito, a cui i confini della regione apparivano eccessivamente angusti, in binomio lontananza/vicinanza ma anche rifiuto/amore che sembra quasi emblematico delle antinomie che costellano la vita e l’opera del De Lollis. Neutralista volle arruolarsi allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, e riportò la sofferta esperienza del fronte nel Taccuino di guerra - che è stato acquistato, nella prima edizione del 1955, per la Biblioteca Universitaria Alessandrina in occasione dell’inaugurazione della Mostra - fu tra i sottoscrittori del Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce, si concentrò sullo studio delle lingue romanze, ma non trascurò mai l’approccio glottologico - e più specificamente dialettologico - che aveva connotato l’inizio della sua carriera. Tenne la cattedra di Letterature neolatine a Genova, quella di Letterature francese e spagnola moderne a Roma e poi la cattedra che era stata del Monaci, suo maestro, di Letterature comparate delle lingue e letterature neolatine, sempre a Roma. |