Il ciclo di affreschi di Giuseppe Cellini: il Liberty in biblioteca
print this pagePoco dopo gli inizi del Novecento le pareti di questa sala furono decorate dal pittore e illustratore Giuseppe Cellini. Purtroppo di questo lavoro non c'è traccia di documentazione in biblioteca. Un disegno preparatorio di una porzione di parete è stato pubblicato in D. Fonti Cellini, Roma, 1981, tavola 35
Si tratta di un ciclo di affreschi in cui le Scienze sono raffigurate come giovani donne sedute o in piedi dentro nicchie dalla struttura architettonica, circondate da girari e festoni, esplicito richiamo alle miniature dei manoscritti. La scelta della figura femminile per le allegorie è evidentemente nella tradizione iconografica, ma fa anche parte della poetica dell'artista che aveva già illustrato le pareti della Galleria Sciarra di Roma (su progetto iconografico del letterato Giulio Salvatori) con le virtù tradizionali della donna, espresse sia nel registro allegorico che nella rappresentazione della vita quotidiana.
le belle Scienze in prima sala di lettura
Disegno preparatorio per gli affreschi della sala di lettura
1903 ca. seppia e acquarello su carta, cm. 32x50 / Roma
estr. da D. Fonti Cellini, Roma, 1981, tavola 35
La galleria Sciarra di Roma
La fece costruire Maffeo Sciarra, figura di grande imprenditore e mecenate, che nel suo palazzo aveva insediato nel 1883 la redazione del quotidiano La Tribuna, al quale aveva affiancato nel novembre del 1885 la rivista letteraria Cronaca Bizantina, proseguendone la pubblicazione iniziata nel 1881 dall' editore Sommaruga e interrotta per il fallimento dell' editore, ma chiusa poi definitivamente il 18 marzo del 1886. E questo ambiente culturale "bizantino", ovvero tutto estetizzante, gravitante intorno a poeti come Carducci e D' Annunzio, è indirettamente a monte della galleria, che fu realizzata dall' architetto Giulio De Angelis nel 1885, in una originale struttura in ferro e vetro, e decorata dal pittore Giuseppe Cellini tra il 1886 e il 1888, data rilevabile in una "finestra termale" sopra una grande trifora su uno dei lati brevi.
La decorazione fu qualificata da un progetto iconografico del letterato Giulio Salvatori ed espressa con motivi Liberty-Belle époque, tra reminiscenze etrusche e romane. Il tema è l'esaltazione della donna nelle funzioni di angelo del focolare, come sposa e madre, nell' ottica borghese della società post-unitaria. Così l'impronta dannunziana della donna, protagonista mondana e artefice di seduzione, risulta messa da parte nella prospettiva delle virtù che l' identificano nelle figure con tanto di cartiglio. Ecco in alto La Pudica, La Sobria, La Forte, L' Umile, La Prudente e La Paziente fronteggiare La Benigna, La Signora, L' Amabile, La Fedele, La Misericordiosa. Mentre nella fascia inferiore La cura del giardinaggio, La conversazione, Il pranzo domestico, Il trattenimento musicale e L' esortazione alla carità fanno da contraltare a La conversazione galante, dove appare ritratto D' Annunzio, La toeletta, Il Matrimonio e La cura dei figli, con versi dalla IV egloga di Virgilio "Bimbo riconosci tua madre col sorriso". E non manca l' esaltazione di una donna degli Sciarra nella persona di Carolina Colonna, madre di Maffeo, la cui sigla CCS è in uno scudo, accompagnato sui vani d' ingresso dallo stemma di famiglia con la sigla MS del principe mecenate.
estratto da un articolo di C. Rendina in La Repubblica, 1/04/2007