Girolamo Casanate, il fondatore della Biblioteca
print this pageNacque a Napoli il 13 febbr. 1620 da Mattia e Giovanna Dalmau.
Quest'ultima apparteneva a un'antica famiglia catalana molto nota in Spagna e già imparentata con i Casanate. Dopo essersi stabilito a Napoli nel 1619, il padre fece carriera nell'amministrazione (presidente della Regia Camera della Sommaria, membro del Collaterale, reggente di cancelleria) e fu incaricato occasionalmente di svolgere diverse missioni diplomatiche.
Intelligente e devoto, il C. fu attratto dalla carriera ecclesiastica e si mise in contatto con i domenicani. Nel 1633 prese la tonsura, probabilmente per godere di qualche beneficio ecclesiastico. Per compiacere il padre, studiò diritto a Napoli, ottenne nel 1635, all'età di quindici anni, il titolo di dottore in utroque (ms. Casan. 4343) ed esercitò l'avvocatura. Al seguito del padre, che si recò a Roma per una missione diplomatica, durante la guerra di Castro, conobbe il cardinale G. B. Pamphili, che di lì a poco sarebbe divenuto papa con il nome di Innocenzo X, e ne fu invitato ad abbracciare definitivamente la carriera ecclesiastica.
I successi del C. furono immediati: cameriere d'onore nel 1645, governatore della Sabina nel 1648, di Fabriano nel 1652, di Camerino nel 1653, anno in cui ebbe la fortuna di incontrare il futuro Clemente X, Emilio Altieri, allora vescovo del luogo, e di ricevere Cristina, ex regina di Svezia, che si recava a Roma. Nel 1656, ricevette una nuova promozione: il governo di Ancona, dove rimase fino al 1658. Nel settembre dello stesso anno ripartì per Malta come "inquisitore" o nunzio, posto di per sé senza importanza, ma che, per essere stata la prima tappa della brillante carriera di Fabio Chigi (divenuto papa nel 1655 con il nome di Alessandro VII), poteva riuscire di buono auspicio. Lasciò l'isola il 7 giugno 1663 per rientrare in Curia dove fu ricevuto con onore sia da Alessandro VII sia dalla sua corte (fra cui particolarmente il cardinale gesuita Sforza Pallavicino e Agostino Favoriti, abbreviatore e segretario del Sacro Collegio) nonché dalla maggior parte degli accademici che si meravigliarono della sua cultura. In attesa di una destinazione migliore, fu assegnato alla Segnatura di grazia e giustizia come referendario votante. Seguirono altri incarichi: consultore del S. Uffizio e del concistoro; governatore di Borgo nel 1665-67; segretario di Propaganda nel 1666-1668 [...] continua a leggere la voce su DBI online
Cardinale Girolamo Casanate
ritratto
olio su tela, fine sec. XVII
cm 172x122
Sul foglio che sporge dal tavolo: Homeli.
inv. 290044
Attualmente su una parete della stanza di ingresso, il ritratto raffigura il cardinale in piedi, accanto ad un tavolo su cui poggiano alcuni libri ed un foglio che si srotola dal bordo, mentre con la mano destra indica la libreria alle sue spalle. Tradizionalmente si presume che questo ritratto facesse parte della quadreria privata del Casanate, ma dal momento che non si trova annotato nell'inventario stilato dai padri domenicani dopo la morte del Casanate (AGOP), verosimilmente potrebbe essere stato eseguito dopo la sua morte. (cfr. Arnaboldi, A. Il cardinale Girolamo Casanate e la sua raccolta d'arte, tesi di laurea AA. 1988-99, p. 178, nota 55)
Nei documenti d'archivio è presente una ricevuta di pagamento, datata 13 gennaio 1887 e firmata dal restauratore Giacomo Filopini, relativa alla reintelaiatura, rifoderatura e restauro del dipinto, lavori eseguiti unitamente a ritocchi sul ritratto del bibliotecario Audiffredi, il tutto per complessive "£ 60" (Arch. Cas., 1883-92, fald. 12/1).
Cardinale Girolamo Casanate
ritratto
olio su tela, inizi sec. XVIII
cm 134x90
Sul foglio in primo piano l'incipit del testamento del cardinale; su quello in
secondo piano: SVMMA. D. / THOMÆ / Aquinatis.
ìnv. 290045
Collocato nella sala cataloghi, questo ritratto vede invece il cardinale seduto su un'ampia poltrona coperta di velluto rosso, con la mano destra appoggiata su due fogli aperti posti su un leggio, l'uno intitolato alla Summa di S. Tommaso, l'altro recante la parte iniziale del suo testamento, la cui data, 1698, viene ad essere così un termine post quem per la datazione dell'opera.
Cardinale Girolamo Casanate
ritratto
olio su tela , fine sec. XVII - inizi sec. XVIII
cm 134x96
In alto a destra sotto lo stemma cardinalizio: HIERONYM. CARDIN. / CASANATE / S.R.E. / BIBLIOTHEC. XIX.
inv. 290046
Nella prima sala di lettura questo ritratto, che raffigura il Casanate seduto su un seggiolone rivestito di damasco ed apparentemente in età più avanzata rispetto ai precedenti ritratti, è accompagnato dal suo stemma e dal riferimento alla funzione di bibliotecario della Chiesa, incarico conferitogli da Innocenzo XII nel 1693, data a partire dalla quale può essere ipotizzata l'esecuzione del dipinto.
Quest’ultimo ritratto si pone in stretta relazione con analogo dipinto conservato presso la Biblioteca Vaticana nell’ambito di una vera e propria “quadreria” dedicata ai cardinali bibliotecari (cfr. Mejia J.M., Grafinger C., Jatta B., I cardinali bibliotecari di Santa Romana Chiesa, 2006, p. 206-207). L’esemplare casanatense, la cui impostazione è pressoché uguale a quella del vaticano, si differenzia tuttavia per il particolare del foglietto tenuto nella mano destra anziché sinistra, per la non evidenza dell’anello cardinalizio e sostanzialmente per i particolari dell’abbigliamento. Inoltre nell’iscrizione in alto a destra il cardinale è indicato come XIX bibliotecario, invece di XVIII come nel dipinto vaticano.
Fattori stilistici riconducono entrambe le opere all’ambiente romano di Giovanni Maria Morandi, ipotesi confortata dalla presenza di un’incisione di Robert van Audenaerd, in calce alla quale il Morandi è indicato con il "pinxit", nella collezione dei ritratti di cardinali De Rossi Effigies nomina et cognomina S.R.E. cardinalium. Ad un confronto l’incisione mostra strette affinità con il ritratto casanatense. Questa incisione sostituì nella serie un precedente ritratto del Casanate realizzato da Albert Clowet su invenzione di Ferdinand Voet.
Cardinale Girolamo Casanate
ritratto
statua in marmo di Carrara, 1708
cm 240x140x100
inv. 290197
La statua del cardinale Casanate, posta nel salone monumentale della biblioteca, fu realizzata dallo scultore francese Pierre Le Gros il giovane (Paris 1666 - Roma 1719). L'opera, commissionata dai padri Domenicani della Minerva e destinata al primitivo vestibolo della biblioteca soprastante la sacrestia della chiesa, fu realizzata nello studio del Le Gros presso piazza Farnese utilizzando un enorme blocco di marmo di Carrara e fu compiuta nel 1708.
Della sistemazione originaria è rimasta testimonianza in un disegno, sempre di mano del Le Gros, conservato nell'archivio Casanatense (ms. Cas. 421), in cui si può vedere la scultura collocata in una nicchia sormontata da due puttini alati che sorreggono il cappello e lo stemma del cardinale. Dopo l'ampliamento della biblioteca fu decisa una nuova collocazione all'interno del salone, sul lato opposto all'entrata, sullo sfondo delle scansie e sotto un arco ligneo sorretto da colonne di noce scanalate con capitelli corinzi. La grande scultura rappresenta il Casanate in abito cardinalizio e la figura slanciata ed elegante, l'espressione sorridente ma distaccata, il panneggio nell'insieme sobrio, tranne che per il virtuosismo nella resa dei merletti della camicia, testimoniano il nuovo orientamento del gusto in senso manierista del primo Settecento.
Cardinale Girolamo Casanate
ritratto
busto in terracotta, sec. XIX
cm
inv.
Collocato entro una nicchia nella sala della Direzione su un piedistallo ligneo il busto del fondatore della Biblioteca è realizzato in terracotta tinta in color bronzo con particolari dorati. Nelle fattezze e nell’espressione il volto del cardinale riprende il modello della statua marmorea posta nel salone.