Le origini del colera: dall'India all'Europa
Archivio di Stato di Sondrio, Raccolta Quadrio, 65/3
Milano, presso li frat. Stucchi Cont. S. Vicenzino, [post 1831]
"Carta itineraria del cholera morbus dalla sua origine nell’Indostan nel 1817, fino a tutto Agosto 1831".
Obbligo di “notificare le malattie epidemiche e contagiose”
Archivio di Stato di Sondrio, Archivio Storico del Comune di Sondrio (I parte), b. 427, fasc. 9
Sondrio, 22 febbraio 1828
Circolare della > Imperiale Regia Delegazione Provinciale di Sondrio sull’obbligo di “notificare le malattie epidemiche e contagiose”.
"[...] col mezzo dei Parrochi sia raccomandato dall'Altare agli abitanti di denunciare tanto al Medico, quanto all'Autorità Comunale i rispettivi ammalati [...] sia aggiunto l'obbligo al Medico di recarsi almeno una volta ogni settimana in ciascun Comune del suo circondario per informarsi dello stato di salute degli abitanti [...]"
Istruzioni sulle misure precauzionali
Archivio di Stato di Sondrio, Pretura di Morbegno, Documentazione concernente istruzioni, notificazioni, annunci legali
[1831]
Istruzioni sulle misure precauzionali da osservarsi nel caso che si manifestasse in queste provincie il Cholera morbus, onde proseguire nella trattazione de’ pubblici affari colle necessarie cautele pel personale d’uscio.
"[...] Nella maggiore possibile vicinanza alla porta d'ingresso d'ogni locale ad uso d'ufficio si stabilirà una camera di spurgo.
Di buon mattino si darà aria a tale camera, abbruciandovi contemporaneamente ginepro o pino; quindi, a finestre e porte chiuse [...] si manterranno per tutta la giornata vapori di cloro.
[...]
Gli esibiti che perverranno al protocollo dovranno essere innanzitutto spurgati [...] colla fumigazione sanitaria di [...] crusca, [...] zolfo e [...] salnitro [...] all'aria aperta [...]
Di buon mattino si darà aria a tutte le stanze degli uffici [...] si praticheranno in esse dei suffumigi mediante legno o bacche di ginepro posti sopra carboni ardenti . In ogni ufficio si terrà poi in pronto, anche per gl'impiegati del basso servizio, un recipiente con entro una soluzione di una parte di cloruro di calce in dieci parti di acqua, onde ognuno possa lavarsi le mani tanto nell'entrare che nell'uscire."
Notificazione dell’Imperiale Regio Governo di Milano
Archivio di Stato di Sondrio, Archivio Storico del Comune di Sondrio (I parte), b. 430, fasc. 1
Milano, 3 ottobre 1831.
Sua Maestà Imperiale Reale Apostolica ordina che i provvedimenti disposti in passato contro la diffusione della peste vengano attuati anche contro il “Cholera morbus”.
La Notificazione è firmata dal conte Franz von Hartig, > Governatore della Lombardia.
Sovrana Patente
Archivio di Stato di Sondrio, Archivio Storico del Comune di Sondrio (I parte), b. 430, fasc. 1, pp. 3-5.
Vienna, 2 gennaio 1770.
Sovrana Patente emanata dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria (1717-1780).
Il documento, allegato alla Notificazione Imperiale del 1831, contiene il Regolamento “delle pratiche e disposizioni dirette a preservarsi dall’invasione della peste”.
Avviso al popolo
Archivio di Stato di Sondrio, Archivio Storico del Comune di Sondrio (I parte), b. 430, fasc. 5, pp. 1-7
Milano, dall’Imp. Regia Stamperia, 1835.
Avviso al popolo intorno al cholera-morbus.
"La quasi costante successione dei fenomeni del cholera-morbus ha mosso i medici a distinguerne l'andamento in quattro periodi o stadj":
primo stadio, "di preludio": i sintomi sono numerosi ("diarrea [...], lievi sgranchi alle gambe [...] un talchè di sbalordimento alla testa [...] un indescrivibile pusillanimità di animo, la sete") e possono durare "da poche ore a uno, due, tre, quattro e più giorni"; è importante riconoscerli, perchè "il guarire con sicurezza dal cholera sta tutto nell'avvertirlo e curarlo a questo stadio."
Il secondo stadio "d'invasione" porta "Violenti vertigini, nausee più insistenti", ed è seguito dal terzo ("detto algido o di asfissia") e dal quarto "di reazione".
Fortunatamente, "L'arte medica vanta guarigioni di cholera giunto a tutti gli stadj. Però mille e mille esperienze hanno provato, la probabilità di guarire dal cholera stare in ragione diretta della sollecitudine dei soccorsi": "l'individuo si riduca subitamente a letto", chiami il medico e "dia tosto mano a curare i sintomi più molesti".
I comportamenti da seguire in caso di diffusione del colera
Archivio di Stato di Sondrio, Archivio Storico del Comune di Sondrio (I parte), b. 430, fasc. 8
Sondrio, 19 agosto 1836.
Lettera della > Imperiale Regia Delegazione Provinciale alla > Congregazione municipale di Sondrio sui comportamenti da seguire in caso di diffusione del colera.
“Vuole la M.S. che le Autorità tutte adoperino col loro esempio e colla loro energia per trarne le popolazioni dagli errori e dalle esagerazioni in che esse incoressero, nei primi momenti di terrore, che si agisca con pronta misura verso quiunque spargesse dell’alarme, o deviasse la pubblica opinione dal vero spirito delle suddette disposizioni…”
Francesco, 14 anni, in "pericolosissimo stato di salute"
Archivio di Stato di Sondrio, Archivio Storico del Comune di Sondrio (I parte), b. 432, fasc. 1
Sondrio, 29 luglio 1836.
Lettera del dottor Maffei alla > Congregazione municipale di Sondrio, sulle gravi condizioni del paziente Francesco Quattrini di anni 14 abitante nella contrada de Scarpatetti:
"colpito dal Cholera morbus, trovasi ora in stato tale da non poter essere trasportato all'Ospitale senza un grave detrimento al già pericolosissimo suo stato di salute".
"Polentina", malata e senza speranza
Archivio di Stato di Sondrio, Archivio Storico del Comune di Sondrio (I parte), b. 432, fasc. 1
Sondrio, 1° agosto 1836.
Lettera del dott. Ferrari alla congregazione municipale di Sondrio sulle condizioni di “Giovanna Bertalli, detta Polentina, de’ Scarpatetti”.
La paziente è all’ultimo stadio del colera, caratterizzato da “faccia di color plumbeo, affilata e cadaverica, freddo universale marmoreo, voce da moribondo e vacua, polsi impercitibili”.
Tabella de’ malati di cholera morbus dal giorno 5 al 9 del mese di agosto dell’anno 1836
Archivio di Stato di Sondrio, Archivio Storico del Comune di Sondrio (I parte), b. 432, fasc. 1
Sondrio, 9 agosto 1836.
Tra il 5 e il 9 agosto 1836 vengono registrati a Sondrio 23 ammalati di cholera morbus, 11 maschi e 12 femmine di età compresa fra i 13 e i 60 anni. In questo torno di tempo dieci di essi muoiono, quattro guariscono: fra i guariti vi è Francesco Quattrini, il ragazzo citato nella lettera del dott. Maffei del 29 luglio 1836.
Tra le professioni registrate troviamo quattro possidenti, sei contadini, due servitori e una cameriera, un militare, un gendarme, una ostessa, un fabbro, un “appaltante”, una modista, un “civile” e perfino una accattona.
I consigli de “La privata fonderia” (1728)
Archivio di Stato di Sondrio, Biblioteca Rajna, D I, 4-6, pp. 2011-2019 “Contagi e Pestilenza”.
La privata fonderia è un'opera manoscritta composta nell’anno 1728 dal canonico Pietro Angelo Lavizzari (1679-1759).
Un intero capitolo dell’opera è dedicato ai “Contagi e Pestilenza”, con numerosi rimedi e cure per contrastare i sintomi del male.
“Stare a buona dieta, dir voglio senza strapazzi. Non esporsi all’aria, ne a verun pericolo col ventre digiuno. Mangiar la mattina qualche fetta di pane con butirro, che per osservazione del Senerti difende egregiamente gl’intestini da maligni vapori. Essendo il solfo un pregiatissimo alessifarmaco […] potremo aspergerne un poco sopra di tal butirro”.
(Lavizzari, p. 2012)
“L’Aceto de 4. Impiccati, così chiamato perché con questo solo preservativo assassinavano que’ ladri famosi di Marsiglia le case infette, entrandovi sotto pretesto di recarvi aiuto, né mai furono assaliti dal contagio, ma solo dalla giustizia pubblica”[…] Deposero uniformi che il segreto era questo: lire 6 di buon aceto gagliardo, infusovi un pugno di ruta, uno di salvia, uno di menta, uno di rosmarino, uno di lavanda, ed uno di absintio pontico”.
(Lavizzari, p. 2013)
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