- qualifica
- Attore, capocomico
- data di nascita e morte
- 13 aprile 1786 - 29 luglio 1845
Biografia
"GATTINELLI. - Famiglia di attori che ha fornito al teatro italiano quattro generazioni di distinti artisti.
Il primo a calcare le scene fu Luigi (I), battezzato a Meldola (Forlì), nella parrocchia di S. Nicolò, il 13 apr. 1786, figlio di Niccolò, orefice, e di Teresa Fanelli. La famiglia si trasferì poco dopo a Lugo di Romagna (dove il manoscritto Colomberti lo dice erroneamente nato nel 1785), e in quella cittadina il G. seguì studi di ornato e di disegno per continuare il mestiere paterno; affinché si specializzasse fu poi mandato a Bologna per qualche anno. Rientrato a Lugo, nel febbraio 1806 si sposò con la sarta Giuseppina Stanguellini, dalla quale ebbe due figli, Gaetano e Angelo. Appassionato di teatro, entrò a far parte di una filodrammatica locale, dedicandovisi con entusiasmo e buoni risultati, tanto che, dopo aver ricevuto le lodi del famoso attore G. De Marini che lo aveva visto recitare, egli decise con un vero colpo di testa d'abbandonare il suo mestiere per darsi professionalmente al teatro.
Fece i primi passi con una compagnia di guitti girovaghi, finché venne accolto in quella di F. Taddei, con la quale lavorò per ben dodici anni, con la qualifica di "primo uomo", procacciandosi una notevole popolarità. Successivamente fu ingaggiato dalla compagnia di Luigi Vestri, una delle più importanti. Fu allora che, a causa di una certa pinguedine che lo rendeva poco adatto ad alcune parti, assunse il ruolo di caratterista e promiscuo, nel quale si dimostrò eccellente. Entrò poi nella compagnia Solmi-Pisenti, per passare nella primavera 1826 in quella di Luigi Domeniconi, e nel 1833 in quella di Romualdo Mascherpa, che fu l'ultima (contratto del 20 ag. 1833, che gli garantiva 6000 lire annue e una mezza beneficiata per ogni piazza). Il 29 luglio 1845, mentre viaggiava per raggiungere quest'ultima compagnia, che lo aveva lasciato indietro a Lendinara, perché ammalato, fu vittima presso Marradi di un gravissimo incidente di carrozza, che lo portò a morte nella notte.
La sua tragica scomparsa diede la misura della sua popolarità: ai funerali nella chiesa di S. Francesco di Paola a Torino presenziarono tutti gli attori della Compagnia reale sarda e della Favre; sul luogo ove era avvenuto l'incidente fu eretto un monumento con iscrizione latina di L.G. Ferrucci; nell'autunno il Mascherpa lo commemorò nel teatro Metastasio di Roma.
Egli fu considerato un attore "moderno", per il suo modo di porgersi efficace ma misurato e sobrio che alcuni critici, in tempi di grande enfasi recitativa, giudicarono talvolta freddezza. La sua preparazione teatrale e la sua intelligenza sono testimoniate da numerose lettere da lui indirizzate nel 1826 da Treviso al drammaturgo A. Benci, e da quelle del 1844 da Trieste al figlio Angelo che si trovava a Vicenza. Il suo repertorio fu notevolmente vasto: da V. Alfieri (memorabile un suo Filippo) ai principali ruoli goldoniani (La bottega del caffè, I rusteghi, Sior Todero brontolon), ma anche L'aio nell'imbarazzo di G. Giraud e il Don Desiderio di G. Gigli."
Tratto da: GATTINELLI di Guido Gregorio Fagioli Vercellone - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 52 (1999)
LUIGI GATTINELLI un grande del teatro, Tonino Simoncelli, 2003, pp. 59, cm 24 x 17