Ancona
print this pageLe origini di Ancona, che deve il suo nome al toponimo greco Ankon, vanno ricercate nell'area collinare che si sviluppa tra i rilievi del Cardeto, dei Cappuccini e del Guasco, dove sono attestate fasi di frequentazione a partire dall'età del Bronzo Antico e Medio. Inoltre tracce di una fase di frequentazione del periodo protovillanoviano (X-IX a.C.) e di un successivo insediamento piceno perdurato fino al V a.C., sono state individuate sul colle dei Cappuccini, mentre sul colle Guasco è venuta alla luce una cospicua quantità di materiali piceni afferenti ad un arco cronologico compreso tra l’VIII e il VII a.C. Riferibili a questi insediamenti sono le aree necropolari attestate nell’area dell’Ex Ospedale Civile Umberto I, nell’area limitrofa la Caserma di Villarey e in Piazza Malatesta.
In area suburbana va poi ricordata la collina del Montagnolo che ha restituito frammenti di ceramica micenea, databili al XIV-XIII a.C., attestanti la frequentazione del luogo, strategicamente situato in una zona di controllo dell’area costiera, da parte di mercanti orientali. Inoltre tale località ha restituito frammenti di ceramica greca a vernice nera e materiali piceni, risalenti al V-IV a.C., che permettono di ipotizzare una continuità di frequentazione del sito anche in età ellenistica.
Oltre ai Sanniti vi è il popolo degli Umbri, nel cui territorio è la città di Ancona. Questa gente venera Diomede, avendone ricevuto dei benefici: c’è anche un tempio in suo onore. Così Pseudo-Scilace, la più antica fonte giunta fino a noi, descrive Ancona intorno al VI-V a.C. Altre sono poi le fonti che parlano delle origini di Ancona, riferendone la fondazione al IV a.C. ad opera di Siracusani, con il fine di controllare le rotte commerciali nell’Adriatico. È nel III a.C. che Ancona entra nell’orbita dello stato romano quando i Piceni, nel 299 a.C., si alleano con Roma al fine di fronteggiare la minaccia senone proveniente da nord e quella pretuzia da sud. L’alleanza si interrompe con la ribellione dei Piceni e la loro successiva sconfitta nel 268 a.C., a seguito della quale Roma deportò nel salernitano parte della popolazione picena, salvando Ancona, poiché identificata come città greca. Il ruolo strategico del porto dorico, fece assumere alla città, nel II a.C., una posizione centrale nell’ambito della guerra istriana e delle operazioni contro la pirateria illirica. Con le guerre sociali del I a.C., a seguito delle riforme graccane, Ancona acquisisce lo status di municipio. L’apice dell’importanza militare della città dorica, viene raggiunto nel II d.C., quando Ancona diventa testa di ponte per la conquista della Dacia ad opera dell’imperatore Traiano, che la scelse come luogo di partenza per l’impresa bellica. Dopo Costantino, Ancona, divenuta il primo punto di approdo del cristianesimo nella regione, vive una fase di profonda instabilità politica dovuta alla decadenza imperiale e alle successive incursioni barbariche.
La città continuò a basare la sua potenza sul porto anche durante il periodo medievale e tra il X e il XV tenne testa alle altre repubbliche marinare italiane, scontrandosi più volte con Venezia. A riguardo le fonti ricordano il lungo assedio che la città subì, nel 1173, da parte della flotta veneziana alleata con l’esercito imperiale guidato da Cristiano di Magonza, cancelliere dell’Imperatore Federico I Barbarossa.
Nel basso Medioevo Ancona vive il suo periodo più florido dal punto di vista delle imprese architettoniche e dell’urbanistica cittadina, quando una serie di fattori favorevoli e concomitanti ne favoriscono l’affermazione come porto principale sul medio mare Adriatico, consolidando la vocazione mercantile cittadina del XII e XIII secolo. Infatti in questo periodo la città apre i suoi rapporti con Milano e con la Lombardia, durante la signoria di Francesco Sforza (1450-1466), e stringe le strategiche alleanze con Firenze e Ragusa, configurandosi in tal modo come la città "vettore strategico" degli scambi tra il centro-nord Italia e le coste balcaniche. Il ruolo ed il peso giocato da Ancona impaurisce Venezia, che cerca di agire in maniera antianconetana favorendo gli approdi fieristici di Recanati e Fermo, ma la città riesce intorno al 1470 ad eleggere una fiera cittadina. Durante il XVI secolo, con l’annessione allo Stato Pontificio, conquista il ruolo di “porto di Roma nell’Adriatico” e consolida il rapporto con Firenze divenendo il porto privilegiato d’imbarco per le merci fiorentine; è in questo periodo che Ancona consolida anche i rapporti con le sponde orientali, mediante la stipula di trattati con i Turchi.