Le ragioni della ricerca
print this pageLa scelta di questa particolare tematica deriva dalla consapevolezza che le fiere e le piazze dei mercati nella Marca centrale sono luoghi di scambi economici, di materie prime e di prodotti lavorati, che ancora oggi costituiscono le “eccellenze produttive” territoriali, nonché occasione di scambio culturale. Data la vasta interdisciplinarietà dell’argomento, posto a confine tra gli interessi propri della storia economica e le molteplici storiografie e geografie urbane, è stata avviata un’indagine volta ad analizzare le merci, il sistema degli scambi, i mercanti, i mercati e le fiere nel territorio della Marca Anconetana seguendo un andamento storico di lungo periodo. Dunque una sorta di ampia storiografia di merci, commerci e manifatture che si installano e ‘svolgono’ in quella Marca che, in età medioevale, si distingue per essere un “fitto reticolo di civitates, terrae e castra che danno luogo ad una prima fase di sviluppo manifatturiero”. La vastità dell’argomento concede soprattutto numerosi spunti di riflessione per la ricostruzione di uno sfaccettato quadro evolutivo della vita produttiva marchigiana, offrendo terreno fertile ad un discorso di valorizzazione di quei prodotti ‘tipici’ locali, frutto di processi produttivi artigianali e manifatturieri che si perdono lungo secoli, e di quei contesti architettonici ed urbanistici legati in qualche modo alla produzione e alle dinamiche dello scambio.
Gli obiettivi centrali della ricerca condotta presso l’Archivio di Stato di Ancona in seno al programma formativo 500 giovani per la cultura (progetto Le Eccellenze), sono le risorse culturali ed i prodotti di un territorio che, sin dall’età romana, si è contraddistinto per operatività, dinamismo e capacità di condurre e dirigere scambi e traffici economici al di là degli individuati confini politici ed amministrativi, affermandosi non solo in un contesto peninsulare ma anche mediterraneo ed internazionale.
Adottando modelli ormai consolidati dalla storiografia economica, e per i quali la rinascita delle città durante il XII e XIII sec. è collegata alla cosiddetta ‘rivoluzione commerciale’, è così possibile approcciare la produzione e la mercatura nel territorio della Marca Anconetana sia come motore della rinascita economica di ascendenti realtà comunali, sia come fattore per la modellazione e lo sviluppo urbano di città demograficamente in crescita. Come riconosce Saracco Previdi, “i mercanti sono ad un tempo promotori di una urbanizzazione eccezionale e artefici indiretti di nuove politiche economiche, sociali ed urbanistiche”. La Marca Anconetana è ricca di risorse naturali ed agricole oltreché zona geograficamente favorevole per la presenza di un entroterra collinare produttivo collegato allo sbocco marittimo tramite vie di comunicazione terrestri e fluviali. In questo contesto la produzione non può essere destinata unicamente al consumo autarchico o all’auto sussistenza, ma va indirizzata allo scambio, perpetrato mediante lo smistamento portuale e il sistema delle fiere e dei mercati locali.
Mediante il sistema portuale ed il circuito delle rinomate fiere adriatiche, la Marca si configura non solo come snodo commerciale regionale, ma anche come vettore per l’Italia centrale (Umbria, Firenze e Roma): favorendo gli scambi transappenninici (Ovest-Est), mediante i valichi che proiettano sulle antiche vie consolari (Flaminia e Salaria) e giungono a mare, e scambi subappenninici (Nord-Sud della penisola), attraverso la linea pedemontana, da Ascoli all’Aquila. Mediante lo studio e l’analisi dei principali sistemi di scambio, dai mercati locali, ai circuiti delle grandi fiere, fino ai massicci flussi commerciali portuali, risulta possibile ricostruire un pluri-stratificato profilo storico, economico, sociale, politico ed urbanistico di alcune città scelte come significative. Si è così deciso, in base alle fonti archivistiche e bibliografiche spogliate presso l’Istituto ospitante (Archivio di Stato di Ancona), di centrare l’obbiettivo dell’indagine sulle città di Ancona, Senigallia, Corinaldo, Jesi e Fabriano che hanno rivestito una significativa rilevanza nel sistema degli scambi commerciali adriatici ed intra-appenninici, esercitando un ruolo economico primario nel territorio della Marca, oltre ad un notevole peso nel contesto peninsulare.