Dopo i vari controlli effettuati, la sezione di liquidazione della Direzione generale del Debito pubblico rileva che:
Il periodo dell'interruzione dall'impiego, avvenuto in epoca francese era stato sanato, in base al Sovrano rescritto 22 gennaio 1835. Rispetto all'interruzione dell'impiego in cui Bellli si trovò dal maggio 1814 all'agosto 1816, in base ad una decisione del Consiglio misto, si era stabilito che non dovesse essere considerato interrotto il servizio, ma dovesse esser utile all'impiegato in quanto conseguenza del riordinamento definitivo degli Uffici, derivante dalle situazioni nelle province dello stato pontificio, che cominciavano allora ad emergere dalla dominazione straniera.
Riguardo al periodo in cui Belli fu quiesciente, cioè dal 1827 gennaio al maggio del 1842, tale assenza viene giustificata con il fatto che per gli impiegati del Bollo e regisitro posti in quiescienza in base al regolamento organico del 22 dicembre 1826 venne stabilito che che il tempo della quiescienza doveva essere considerato utile per la giubilazione (cioè pensione).
In entrambi i casi, per giustificare il provvedimento, si fa riferimento alla posizione di altri due diversi impiegati, verso cui l'amminsitarzione aveva adottato lo stesso criterio.
In conclusione la risoluzione della sezione di liquidazione ha un esito positivo per il Poeta.
In conclusione a Giuseppe Gioachino Belli vengono riconosciuti 37 anni e qualche mese di servizio. Il calcolo della pensione, che dovrà percepire, viene conteggiata sull'ultima retribuzione.
Quindi, stando così le cose, per Belli l'assegno annuale è di 444 scudi , che suddiviso in 12 rate, è di 37 scudi al mese....