Il Palazzo Ducale di Modena
La musica a corte
Il Palazzo Ducale di Modena fu la nuova sede del potere estense quando Modena, con la Devoluzione faentina del 1598, fu eletta nuova capitale del ducato. Con questo trasferimento forzato, gli Este fecero di tutto per ripristinare lo splendore musicale che aveva caratterizzato la corte ferrarese. Recuperati gli strumenti e i libri musicali che erano stati depositati provvisoriamente nel palazzo dei Diamanti, Cesare si rivolse per le funzioni liturgiche alla cappella del Duomo. In quegli anni alla sua guida vi era il celebre Orazio Vecchi, assunto dal 1598 come maestro di musica per i principi e le principesse estensi. Per le esigenze cerimoniali e di intrattenimento, la corte di Cesare si avvalse di piccoli gruppi strumentali. Dal 1610 vennero assunti stabilmente cinque strumentisti ad arco, detta “Compagnia dei violini”, mentre alcuni compositori o virtuosi di arciliuto, quali Bellerofonte Castaldi e Benedetto Ferrari, servirono saltuariamente il duca. L’ambizioso programma di rinnovamento dell’immagine del potere promossa da Francesco I portò, non solo all’ammodernamento del Palazzo Ducale, ma anche alla trasformazione della corte in uno dei principali centri di innovazione e sperimentazione della musica strumentale per archi. Protagonista di questa nuova stagione musicale, con il conseguente tramonto della polifonia vocale, fu don Marco Uccellini, a Modena dal 1639 e, al contempo, maestro di cappella in Duomo e a capo degli strumentisti del duca. La rinascita musicale proseguì con Francesco II con fiorì la stagione delle sonata a tre e solistica e la scrittura violinistica e violoncellistica, con alcune preziose commissioni tra cui quella ad Alessandro Stradella.
Teatri in corte e teatri di corte
Il Palazzo Ducale di Modena, in seguito alla ricostruzione sul progetto di Bartolomeo Avanzini, divenne sede delle festività promosse dalla corte e nuovo spazio per le cerimonie che avrebbero dovuto diffondere la magnificenza del duca. Fu così che i tornei ideati nel 1637 e nel 1652 – rispettivamente in occasione dell’elezione del Re dei Romani e della celebre Gara delle Stagioni – vennero ambientati all’interno della corte d’onore, un nuovo palcoscenico in cui gli artisti al servizio del duca avrebbero dovuto suscitare la meraviglia e il plauso degli spettatori. Effetti pirotecnici, macchine semovibili frutto dell’ingegneria più sofisticata, apparati effimeri e costumi ricercatissimi erano accompagnati da ricercate composizioni musicali. Oltre alla corte anche la piazza antistante il palazzo fu eletta sede di tornei e mascherate a cavallo, così come il teatrino di corte, dove vennero messi in scena drammi musicali a celebrazione di ospiti di riguardo e unioni matrimoniali.