La biblioteca venne inizialmente collocata e ordinata dal suo fondatore, dal quale prende nome, nella sala maggiore del palazzo signorile di sua proprietà. Tale edificio, sito in Largo di Torre Argentina e appartenuto in precedenza alla famiglia Strozzi, venne acquistato nel 1906 quando era di proprietà della Banca Tiberina, e da allora è rimasto la sede della biblioteca. La ricca raccolta spazia da volumi su Dante a libri di economia politica, di finanza, ma anche di arte e matematica. La collezione rispecchia infatti i gusti e gli interessi del proprietario Marco Besso (1843-1920), il quale lasciò alla Fondazione che lui stesso aveva creato nel 1918, anche i propri amati libri, dopo essere riuscito ad esaudire «il sogno di tutta la mia vita» di possedere una propria biblioteca all’interno della sua residenza.
Triestino di nascita, Besso si trasferì a Roma per lavoro e qui rimase fortemente affascinato dalla città, tanto da considerarla sua patria di adozione. L’intenso rapporto che instaurò con la sua biblioteca e la sua attività di scrittore (nonostante l’attività profusa in ambito finanziario) sono rintracciabili nella sua autobiografia: «Ognuna delle mie pubblicazioni si riallaccia ad una sezione della mia Biblioteca e non so più se sono le raccolte che mi hanno condotto a formare i miei libri, o se è stata la preparazione di questi che mi ha condotto a raccogliere i materiali. Il vero è che le due direttive si sono intrecciate reciprocamente spingendomi».
La biblioteca era aperta agli studiosi «con signorile ospitalità, comodità di studi e di conferenze». Le proposte di doni e di acquisti arrivarono anche da parte degli utenti della biblioteca, come avvocati, dottori e professori; si ricorda in particolare il nobile Giovanni Battista Goretti (1854-1937, fu sindaco di Sutri), uno dei primi e più assidui frequentatori negli anni Venti del Novecento.
Fino al 2003 è stato aggiornato il catalogo Staderini. La raccolta consta di 80.000 volumi di cui 13 incunaboli, 515 cinquecentine e 1044 opere edite nel XVII sec. La biblioteca possiede inoltre un cospicuo fondo di stampe antiche e fotografie riguardanti monumenti, vedute e luoghi significativi della città di Roma, oltre ad immagini della famiglia Besso e dell'omonimo palazzo presso il quale ha sede.
È in corso la digitalizzazione delle collezioni con l'intento di realizzare una biblioteca digitale accessibile anche da utenti remoti e di preservare, nello stesso tempo, gli esemplari più delicati. La biblioteca è rimasta chiusa dal 2018 al 2020 per una ristrutturazione sistematica delle sale e per consentire una revisione generale delle raccolte bibliografiche, tra cui la ricomposizione, ad opera della dottoressa Antonella Ferro, del nucleo librario originale appartenuto a Marco Besso. Non sono stati conservati i registri cartacei degli ingressi degli utenti e le schede di consultazione non vengono mantenute oltre sei mesi. I dati di iscrizione degli utenti vengono oggi archiviati in un registro online. L'accesso è consentito a studiosi, ricercatori e studenti (a partire dal 18° anno d'età). Attualmente la biblioteca è riaperta al pubblico su prenotazione.
Letizia Vagli
Sito: <https://www.fondazionemarcobesso.net/la-biblioteca>
Anagrafe biblioteche italiane: <https://anagrafe.iccu.sbn.it/isil/IT-RM0211>
Le cinquecentine della biblioteca della Fondazione, a cura di Giovanna M. Scotto e Gisella Thellung; prefazione di A. M. Ghisalberti, Roma, Tiferno grafica, 1981, p. V-X.
Le edizioni del Seicento nella biblioteca della Fondazione, a cura di Laura Lalli; prefazione di Valentino Romani, Roma, Nuova editrice grafica, 2003, p. V-XXI.