- Fonte:
- Franco Loi - Leonardo Sciascia, «Un mio amico dice che la Democrazia Cristiana è un fatto prodigioso», «Todomodo», 7 (2017), p. 3-10.
«Allora, Caltanissetta era una città di provincia, ora lo è ancora più disperatamente, ma allora era una città di provincia fatta d'intelligenza, di vitalità, era la capitale praticamente dell'industria zolfifera. La grande risorsa era lo zolfo. C'erano tutte le scuole medie e superiori, e c'erano dei professori disseminati in tutte le scuole, che facevano società.
È inimmaginabile – è una delle incongruenze anche del fascismo – come, per esempio, nell'Istituto di cultura fascista si trovassero dei libri che aprivano orizzonti straordinari. Io ho letto lì il libro di Mondolfo Sulle orme di Marx, per esempio. Ho letto lì, ho tentato di leggere lì, Ulisse di Joyce tradotto da Valery Larbaud.
Coesisteva all'oppressione del fascismo una grande libertà, tutto sommato. E poi c'erano delle personalità straordinarie di professori. Lì insegnava anche Vitaliano Brancati. Non fu mio professore, ma era lì nell'istituto magistrale che io frequentavo. È stato un professore di lettere a darmi Il 42° parallelo di Dos Passos, perché la scuola veramente dava un'immagine di libertà, d'intelligenza, che mi auguro ci sia ancora, ma ne ho qualche dubbio.»
(Leonardo Sciascia, intervista dell'8 aprile 1989 alla Radio Svizzera italiana, pubblicata in «Un mio amico dice che la Democrazia Cristiana è un fatto prodigioso», p. 5)