Gabriele D'Annunzio fu un acceso interventista ed esplicò la sua attività all'interno della Grande Guerra come una naturale prosecuzione della sua attività artistica. I suoi "gesti eroici" dal volo su Vienna e Beffa di Buccari fino all'impresa di Fiume del 1919 costituiscono una chiara prosecuzione delle sue idee e della esasperazione di alcuni ideali propri del nazionalismo.