Parole

Lelio Luttazzi ha sperimentato le più diverse forme d’espressione artistica; lo ricordiamo musicista, cantante, direttore d’orchestra, compositore, presentatore televisivo e radiofonico, showman, attore, regista.

Un vero talento caleidoscopico quello del Maestro Luttazzi e in questa sezione desideriamo metterne in luce le doti di scrittore.


L'erotismo di Oberdan Baciro, Lelio Luttazzi, Torino, Einaudi, 2012

Comicità scatenata e scatenato erotismo: ecco i due binari su cui corre velocissima la cronaca della (breve) vita di Oberdan Baciro, vissuto quanto il fascismo e morto per distrazione. Figlio unico di madre vedova, devotissima a Dio e al Duce, il piccolo Oberdan è uno di quei rari esseri umani il cui destino si manifesta già nell'infanzia più tenera. A Oberdan basta un orlo appena sollevato, un baluginio di pelle, per trasformare la curiosità in chiodo fisso. Attorno a quell'apparizione fugace si consumano la sua infanzia e la sua giovinezza, votate al culto solitario dell'inspiegabile mistero femminile. Il problema però è che gli anni passano, ma per Oberdan il mistero resta tale. Non gli rimane così che rifugiarsi nella fantasia, accesa dai racconti di chi millanta esperienze trionfali. Mentre l'Italia degli anni Trenta cammina tronfia verso il baratro della guerra, Oberdan Baciro danza il suo impacciatissimo balletto con il desiderio, fino a un beffardo ultimo atto. Lelio Luttazzi sa essere meravigliosamente leggero. Di quella leggerezza gioiosa e immaginifica che è l'antidoto all'opacità del vivere. Con una lingua spigliata e volutamente démodée, strizzando l'occhio ai romanzi libertini, ci consegna un singolare affresco d'epoca che svela lo spirito irriverente nascosto sotto la gonnella dell'Italia più severa. Una storia briosa e imprevedibile come la migliore delle sue improvvisazioni jazz.

Gabriele Centis, a proposito del romanzo, scrive:

"La musicalità presente nella scrittura di Lelio Luttazzi è il primo aspetto che colpisce il lettore, un ritmo che accompagna e scandisce la narrazione. Del resto la musica e la letteratura sono entrambe linguaggi che, seppur con diversi strumenti, trasmettono emozioni e messaggi creando mondi e suggestioni attraverso la struttura narrativa.

Il libro è pervaso di “triestinità”: partiamo dalla scelta del nome del protagonista Oberdan (a parte il richiamo immediato all’eroe Guglielmo Oberdan legato alla storia della città e all’irredentismo), questo nome evoca un luogo frequentatissimo di Trieste, piazza Oberdan appunto, luogo di incontro, di ritrovo, uno spazio di aggregazione dove si respira una certa vivacità cittadina; passando al cognome Baciro, questo rappresenta una citazione del dialetto triestino: il baciro è il melone e nel parlare comune spesso viene utilizzata l’espressione  <TESTA DE BACIRO> per indicare una persona sciocca.

I luoghi del libro sono i luoghi di Trieste, i luoghi che Lelio Luttazzi ancora ragazzo era solito frequentare: l’Acquedotto, il Viale, il Boschetto, il Bagno Ausonia ecc.

Senza voler svelare il finale, è emblematica la causa della morte di Oberdan, cioè un equivoco, un errore linguistico, di comunicazione, un elemento questo che richiama la storia e la condizione della nostra terra, una terra di confine (o di un ex confine) in cui anche gli equivoci e le incomprensioni hanno generato drammi."

  

La rabbia in smoking, Lelio Luttazzi, Trieste, Luglio Editore, 2016

"Lui, semplicemente Lelio, il simbolo dello swing e dell'ironia che sfuma nel disincanto (...) ci sono voluti anni per lenire la rabbia tenace e rivoltosa, che traspare intera dalle pagine di questo libro che raccoglie brevi racconti, apologhi, appunti sparsi e scalette per sceneggiature (...) Insomma, quello che state per leggere è materiale incandescente, ancora allo stato di fusione, il magma di un'anima scossa che forse non ritroverà mai più lo stato solido, la pace..."

  

La villa di campagna, racconto-soggetto di Lelio Luttazzi, s.l., 1971

Copia del dattiloscritto

 

Morte di Arianna, Lelio Luttazzi, s.l., 1979

Dattiloscritto, racconto inedito


Operazione Montecristo, Lelio Luttazzi, Milano, U. Mursia, 1970