Le donne e la guerra
print this pageAncora oggi, spesso, lo studio degli eventi storici relativi al primo conflitto mondiale ci trasmette un’idea della guerra come di un universo tutto maschile, in cui rivestono un ruolo centrale i soldati, le battaglie, le decisioni dei grandi generali e la vita di trincea. Eppure, anche le donne, pur non combattendo in prima persona, diedero un apporto fondamentale allo sforzo bellico.
Le donne furono chiamate ad affiancare e in molti casi anche a sostituire gli uomini in una vasta gamma di occupazioni: moltissime vennero impiegate nell’industria bellica, diedero un aiuto fondamentale direttamente al fronte nella cura di feriti e malati, le crocerossine fornirono assistenza ai soldati, altre confezionavano da casa indumenti da inviare al fronte. Lavorarono come braccianti agricole, cuoche, medici, telegrafiste, dattilografe, macchiniste e poliziotte, continuando nello stesso tempo a svolgere le mansioni domestiche. In alcuni casi straordinari servirono anche come combattenti.
Lo scoppio della guerra rappresentò un passo molto significativo verso l’indipendenza della donna. Con la partenza degli uomini per il fronte, alla donna spettava il compito di allevare da sola i figli e di prendersi cura dell’abitazione, ma soprattutto di sostituire gli uomini in tutte quelle attività che fino ad allora erano state prerogativa esclusivamente maschile. Molte lavoravano nelle città, come telefoniste e conduttrici di tram o negli uffici della posta militare. Oltre al lavoro, si impegnavano in attività di beneficenza e assistenza ai soldati, in organizzazioni volontarie di soccorso.