- Realizzato nel
- 1889
Ritratto
Scheda
busto in gesso
cm 65x42x44
inv. 290100
Sul davanti: POMPONIO LETO. Sul fianco destro: A. Simonetti 1889
La scultura in marmo originale relativa a questo gesso si trova al Pincio nel viale dell’Orologio.
Vita e opere
(Diano, Lucania, 1428 circa - Roma 1498). Erudito ed appassionato cultore dell'antichità classica, insegnò alla Sapienza e fu il fulcro dell'Accademia romana, cenacolo di letterati entusiasticamente dediti allo studio della romanità. Scrisse opere di grammatica e di storia e curò edizioni di testi classici.
Fratello naturale di Roberto di Sanseverino, principe di Salerno; ignoriamo il suo nome di battesimo. Fu discepolo di L. Valla e di Pietro Oddo a Roma (1450); più tardi studiò il greco con T. Gaza. Insegnò (1464-65) alla Sapienza di Roma, ma la scarsità di mezzi lo costrinse a trasferirsi a Firenze e poi a Venezia (1467), a fare il precettore e il copista. Nel 1468 il Senato veneto ne concesse l'estradizione, perché coinvolto in una congiura contro Paolo II e accusato di eresia e attività sovversiva. Rinchiuso in Castel Sant'Angelo con altri umanisti, fu processato, torturato e liberato solo un anno dopo. L. riprese l'insegnamento alla Sapienza dal 1473 (ma forse già dal 1471), per conservarlo fino alla morte, e probabilmente fece un viaggio in Germania e in Oriente (1472). Fu ammirato dai contemporanei per il suo entusiasmo per l'antichità classica, specie romana, e per l'immensa erudizione. A Roma fu l'animatore dell'Accademia romana, un gruppo di letterati e umanisti che si riunivano in casa sua, esploravano i monumenti pagani e cristiani, raccoglievano statue ed epigrafi, usavano datare le loro scritture ab Urbe condita, celebravano il 21 aprile, Natale di Roma, si davano nomi classici. Nel 1483 l'imperatore Federico III concesse all'Accademia la facoltà di creare dottori e incoronare poeti.
L. scrisse pochissimo: alcuni trattati grammaticali (inediti), De Romanorum magistratibus(1474-75), De legibus (1491); collaborò con gli editori romani per edizioni di autori classici (Varrone, Columella, Curzio Rufo, Lucano, Pompeo Festo, Silio Italico, ecc.). Importanti sono soprattutto i dictata, cioè gli appunti e i commenti raccolti dai suoi uditori durante le lezioni o annotati da lui in margine ai suoi libri; celebre, fra gli altri, il commento a Virgilio. Di Leto restano numerosi manoscritti autografi: fu scriba elegantissimo che perfezionò e diffuse un tipo particolare di scrittura corsiva in cui si fondono le caratteristiche proprie della corsiva umanistica ed elementi eruditi di tipo grecizzante, arcaico e di origine epigrafica.
Bibliografia
Bibl.: I. Carini, La "difesa" di Pomponio Leto (Nozze Cian-Sappa-Flandinet), Bergamo 1894, pp. 153-93; V. Zabughin, Giulio P. L., I, Roma 1909; II, Grottaferrata 1910-12; id., L'autografo delle chiose vergiliane di P. L., Arcadia, 1918, pp. 135-43; R. Sabbadini, in Giorn. stor. letter. ital., LX (1912), pp. 182-86; V. Ussani, Le annotazioni di P. L. a Lucano, in Rend. Accad. dei Lincei, sc. morali, XIII (1904), pp. 3-22; G. Mercati, in Studi e testi, XLIV, Roma 1925, pp. 82-83; A. Cinquini, Ancora un documento inedito intorno alla congiura romana del 1468, in Miscell. Ceriani, Milano 1910, pp. 456-62; Muratori, Rer. Ital. Script., 2ª ed., III, xvi, 1909, p. 154 (Le vite di Paolo II).
Sue opere in Casanatense
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Perché si trova in Casanatense
La biblioteca possiede un manoscritto interamente di mano di Pomponio Leto, il Ms. 15, sul quale si può leggere un interessante piccolo saggio qui
Il manoscritto è stato digitalizzato e si può vedere seguendo questo link