Biggi, Giovanni
print this page- Ha lavorato come
- pittore e scultore
- Data di nascita e di morte
- 1847-1913
Nacque a Roma nel 1847. Allievo di L. Amici, esordì, per quanto si può dedurre dalla scarsa bibliografia sull'argomento, con opere di pittura di soggetto storico come la Lady Macbeth, inviata nel 1870 all'Esposizione internazionale di Monaco di Baviera, o il Savonarola, mandato a Parigi nel 1878: in accordo dunque col gusto dell'epoca, quell'eclettismo storicistico che, logica filiazione dell'interesse romantico verso il Medioevo, imperava da tempo in pittura e anche nelle arti applicate, come per il mobilio. Fin dagli inizi vediamo inoltre il B. impegnato anche sul terreno del ritratto di uomini illustri: è del 1871 il busto di Ennio Quirino Visconti, tuttora conservato nel liceo omonimo di Roma, mentre all'Esposizione universale di Parigi del 1878 l'artista inviava (oltre a una scultura dal titolo Il mattino) i busti di Niccolò Tommaseo, Gino Capponi, Angelo Secchi, Urbano Rattazzi. Questa specializzazione gli fruttò grosse commissioni come quella di trenta busti per la nuova Galleria naz. d'arte moderna di Roma, eseguiti entro il 1885. Una sua conversione al Verismo sembrerebbe testimoniata dalla sua opera più nota, La Cicala, della Galleria nazionale d'arte moderna a Roma (dove entrò alla sua fondazione insieme con il Voto di F. P. Michetti); essa è datata 1880 e quindi precede, sia pure di poco, l'opera esemplare del movimento, le Vittime del lavoro di Vincenzo Vela (1882-83). Nel 1884, tuttavia, il B. affrontava un genere ben diverso di scultura, con le allegorie della Pittura e Scultura per la facciata del palazzo delle Esposizioni in via Nazionale a Roma.
Sembra che in seguito il B. non si sia distinto fra i suoi contemporanei (e può essere indicativa a questo riguardo la sua assenza alle Biennali di Venezia): anzi dalla protesta sociale, ma espressa senza violenza, con cristiana (e manzoniana) rassegnazione, della Cicala, dovette scivolare nel realismo di genere, nella macchietta superficiale ben lontana dalla forza espressiva, poniamo, di un Gemito: non lo troviamo più, infatti, alla ribalta della vita artistica. Morì a Roma nel 1913.