Umberto I re d'Italia

ritratto

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Realizzato nel
fine sec. XIX

Ritratto

  • Umberto I re d'Italia

Scheda

busto in gesso

cm 95x70x35

inv. 290094

Sul retro: ROMA

L'acquisizione di questo busto alla biblioteca è documentata soltanto da una ricevuta in data 7 agosto 1893 per £ 28,55, "comprese le spese di trasporto ferroviario, di facchinaggio e cassa", a firma. "G. Pavesi" (cfr. Arch. Cas., 1893-94, fald.35). Nell'archivio casanatense esiste invece una ben più ampia documentazione, a partire dal 1887 fino al 1896, circa la commissione di un busto marmoreo del re Umberto I. Il 27 aprile 1887 il bibliotecario Edoardo Alvisi chiede al suo Ministero fondi per commissionare un busto di marmo del re da porre ad ornamento della nuova sala di lettura (cfr. Arch. Cas., 1887, fald. 34, pos. 2D, n. 1029).

La successiva proposta di esecuzione del lavoro, avanzata dallo scultore Mauro Benini già accreditato presso la biblioteca, venne in un primo momento respinta (cfr. Arch. Cas., 1883-92, fald. 12, a. 1888, pos. 2D, n. 1484 e 1638), ma alcuni anni più tardi fu invece accolta con  lettera 3 giugno 1896 del Ministro dell'Istruzione Pubblica che autorizzava il direttore della Casanatense all'opera, da eseguirsi "... in marmo di Carrara - cavaccione con relativo piedistallo in pietra serena" (cfr. Arch. Cas., 1895-96,  fald. ..., pos. 2D). Il busto fu  commissionato al Benini con lettera datata 15 luglio 1896, in cui viene anche fissato il pagamento in £ 1.000 per busto e piedistallo, metà da pagarsi dalla Casanatense, metà dal Ministero (cfr. idem).  Il piedistallo divenne poi mensola in marmo. Di  questo busto marmoreo di Umberto I non c'è però attualmente traccia in Biblioteca.

Vita e opere

monogramma_umberto(Torino 1844 - Monza 1900) Figlio di Vittorio Emanuele II e di Maria Adelaide. Salì al trono nel 1878. In politica estera guardò con favore alla Triplice Alleanza (1882) e appoggiò la politica crispina di espansione coloniale. Sul piano interno sostenne la svolta autoritaria di fine secolo, e in conseguenza di tale atteggiamento fu ucciso a Monza dall'anarchico G. Bresci.

Educato dal generale Giuseppe Rossi, ebbe tra i suoi maestri C. Boncompagni e P. S. Mancini; nel 1866 comandò la 16a divisione durante la terza guerra di indipendenza ed ebbe la medaglia d'oro per il suo comportamento a Custoza. Sposò (1868) la cugina Margherita di Savoia; salì al trono il 9 genn. 1878 assumendo il nome di U. I anziché U. IV (come la tradizione dinastica avrebbe richiesto) a sottolineare il carattere e la funzione ormai nazionale assunta della dinastia. Aveva delle proprie prerogative reali una concezione più autoritaria del padre, e più di una volta cercò di far prevalere la propria volontà nella scelta del presidente del Consiglio; nello stesso tempo tentò di rendere popolare la monarchia visitando tutte le regioni italiane e partecipando direttamente all'opera di soccorso delle zone colpite da epidemie e calamità naturali. La grave situazione economica del quinquennio 1888-93, la crisi del governo Crispi e i timori suscitati dall'avanzata del movimento socialista furono gli elementi che spinsero U. I a sostenere la svolta autoritaria della fine del 19° secolo. Considerato il simbolo di tale politica per il suo atteggiamento in occasione dei moti del 1898 e in particolare per la concessione di alte onorificenze al generale Bava-Beccaris, fu assassinato dall'anarchico G. Bresci il 29 luglio 1900.

Abita in

  • la seconda sala di lettura