Bonghi, Ruggiero
print this page- Realizzato nel
- sec. XIX
Ritratto
Scheda
busto in gesso tìnto in nero
cm 95x70x35
inv. 290106
Busto non firmato né datato, attualmente collocato nella prima sala di lettura sopra una mensola marmorea
Vita e opere
Nacque a Napoli il 21 marzo 1826 da Luigi, avvocato di origine bergamasca, e da Carolina de Curtis. Morto il padre nel 1836, il B. fu educato dal nonno materno Clemente de Curtis. Nel 1840 la madre sposò Francesco Saverio Baldacchini Gargano, che esercitò sul B. notevole influsso. Dagli undici ai quindici anni il B. fu in collegio dagli scolopi di S. Carlo a Mortella.
Approfondì la conoscenza del greco sotto la guida del profugo greco Costantino Margaris, studiò diritto romano con Giacomo Savarese, seguì le lezioni di filosofia del giobertiano Luigi Palmieri. Nel complesso però il B. non ebbe veri maestri, non appartenne ad alcuna scuola, in particolare non subì l'influsso di quella hegeliana che a Napoli si veniva formando; sembrò anzi evitare gli uni e le altre ponendo sempre, nello studio, uno spirito di autonomia e un gusto di singolarità che conserverà lungo tutta la vita.
A vent'anni il B. pubblicò una breve Vita di Galluppi (in Ausonio, Parigi 1846) e lo scritto Degli studi platonici italiani da Petrarca sino a Marsilio Ficino. Ragionamento. Da uno scritto intorno alla storia esterna del Platonismo in Italia (in IlPontano. Biblioteca di scienze,lettere ed arti, giugno 1846); poco dopo pubblicò una traduzione del Bello di Plotino (Libri neo-platonici sul bello: Plotino. Del Bello. Traduzione con proemio, in Museo di scienze e letteratura, a. IV, vol. XII, n. 47, Napoli 1847) e una traduzione con commento del Filebo di Platone (Il Filebo o del sommo bene,dialogo di Platone volgarizzato e commentato, Napoli 1847).
Nel biennio 1846-48 il B. partecipò attivamente al moto per le riforme e per la costituzione, condividendo le diffuse speranze in Pio IX. Perseguitato dalla polizia borbonica per le sue idee liberali, rimase nascosto per un mese circa, verso la fine del 1847, nella badia di Cava dei Tirreni. All'inizio del 1848, in casa di Gaetano Filangieri, stese una petizione, firmata poi dai più illustri patrioti del Regno, diretta al governo di Ferdinando II di Borbone perché fosse concessa la costituzione. Partecipò alle dimostrazioni del 27 genn. 1848 e collaborò al Tempo, il giornale di Carlo Troya, di Saverio Baldacchini e di Camillo Caracciolo. Fu nominato segretario della delegazione straordinaria presieduta dal principe Colubrano, inviata dal governo del Troya, per trattare a Roma. Firenze e Torino la conclusione di una lega italiana. La delegazione il 24 aprile fu ricevuta da Pio IX, ma l'allocuzione del 29 aprile segnò la fine delle speranze neoguelfe e federaliste: scioltasi la delegazione il 6 maggio 1848, il B., per sottrarsi alla rappresaglia del governo borbonico dopo il ritiro della costituzione, rimase a Roma fino all'agosto del 1848, vide nuovamente il papa, cui offrì la sua traduzione del Filebo, e incontrò più volte Vincenzo Gioberti...
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Sue opere in Casanatense
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Perché si trova in Casanatense
La presenza del ritratto di Ruggiero Bonghi tra le effigi conservate alla Casanatense rientra nella consuetudine tardo-ottocentesca, susseguente all'acquisizione della biblioteca da parte dello stato, di lasciare memoria di personaggi particolarmente significativi per le istituzioni bibliotecarìe.
Ruggiero Bonghi fu ministro della Pubblica Istruzione con il governo Giolitti (1873) Fu sua opera l'istituzione della Direzione generale degli scavi e dei musei con i relativi uffici periferici, e negli anni della sua amministrazione fu creata in Roma la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele e riordinata l'Accademia dei Lincei; per sua iniziativa, ancora, il ministero della Pubblica Istruzione iniziò la pubblicazione del Bollettino Ufficiale.
Dal 1875 fu membro della Accademia dei Lincei, nel 1880 presidente della R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli (di cui sarà segretario dal 1882 alla morte), e fu socio inoltre della Accademia reale di Torino, dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, dell'Istituto veneto, dell'Accademia reale di Palermo, dell'Accademia della Crusca e della Società di storia patria (1879); dal 1883 fece parte della giunta esecutiva dell'Istituto storico italiano, dal 1891 di quella consultiva di archeologia presso il ministero dell'Istruzione e l'anno successivo fu eletto presidente della R. Accademia musicale di S. Cecilia; dal 1884 alla morte fu presidente dell'Associazione della stampa. Particolare cura ebbe per un collegio per le orfane di maestri elementari da lui fondato nel 1883 ad Anagni e alla cui amministrazione fu preposto (Sentenze di R. B. scritte per le sue figliole di Anagni, Firenze 1896).