Il Collegio dei Teologi
Tra i domenicani ritratti nella quadreria casanatense sette hanno fatto parte del Collegio dei Teologi casanatensi. Ecco cos'era questo Istituto.
"Nel codicillo rogato tre mesi dopo il testamento un'altra istituzione venne ad affiancarsi a quelle già; stabilite della bilioteca e della cattedra tomistica. Il cardinale fondò un collegio di sei teologi di diverse nazioni, ma tutti domenicani, i quali dovevano "applicarsi solamente al servizio di Dio nella difesa della sana dottrina secondo verrà loro ingiunto dal Sommo Pontefice e da altre sacre e supreme Congregazioni e secondo le urgenze della Chiesa universale opponendosi con i loro studi non solamente agli eretici che tentano di corrompere la dottrina della Chiesa romana, ma anche ad altri novatori, che procurano introdurre opinioni e sentenze non insegnate dai Santi Padri, e intese per l'addietro dai fedeli". Anche in questo caso il cardinale precisa puntigliosamente tutti i particolari riguardanti la scelta dei teologi, il funzionamento del collegio e le mete da perseguire; e tra le maglie di queste tanto avvedute quanto preoccupate prescrizioni affiorano, chiaramente individuati, i grandi nemici che travagliarono la Chiesa del diciottesimo secolo: le "nuove dottrine", le "opinioni morali rilassate", l'"abuso della probabilità; e dell'ignoranza invincibile, con le quali si è aperta la strada a far leciti quasi tutti i peccati", vale a dire tutti i nuovi insegnamenti con i quali, gesuiti da una parte e giansenisti dall'altra, si tentava di trasformare la Chiesa.
De Gregorio, Vincenzo, La biblioteca Casanatense di Roma, 1993 p. 30