Una ricerca sul fondo storico della Biblioteca delle Arti
L’Ente Nazionale per l’Artigianato e la Piccola Industria fu istituito nel lontano 1925 con il compito di raccogliere le più significative testimonianze della tradizione artigiana italiana nonché di quelle piccole realtà produttive che dopo l’evento traumatico della grande guerra si stavano via via riorganizzando in tutte le regioni italiane. Lo scopo, evidentemente, era quello di raccogliere le testimonianze e di valorizzare gli aspetti più significativi della secolare tradizione manifatturiera italiana, ma anche di tutta quella piccola ma già consolidata realtà industriale ancora confinata nei rispettivi ambiti regionali. Le iniziative per rilanciare e modernizzare quel tessuto produttivo che per quanto in larga misura arretrato, già rappresentava uno dei principali settori strategici dell’economia nazionale, furono portate avanti in particolare dalle regioni italiane e da enti di ricerca e sviluppo fra i quali l’E.N.A.P.I.
L’istituzione di un ente in grado di creare un coordinamento a livello nazionale fra le varie scuole di artigianato e le piccole realtà imprenditoriali delle singole regioni, concretizzava quel progetto già in parte avviato all’indomani dell’unità politica e territoriale del paese, di attivare finalmente un processo di emancipazione complessiva della società italiana attraverso la modernizzazione della didattica, l’educazione artistica e la diffusione delle tematiche internazionali emergenti dal nuovo secolo. Le finalità dell’ente consistevano nel promuovere e sviluppare l’attività economica ed il perfezionamento tecnico dell’artigianato e delle piccole industrie attraverso forme di assistenza tecnica ed artistica (curandone la partecipazione a mostre e manifestazioni, l’esposizione di prodotti in apposite fiere campionarie, la registrazione di brevetti) ed interventi di natura creditizia e commerciale.
Dunque nuove tecnologie accanto al recupero della tradizione, ma anche nuovi costumi. Un rinnovamento non solo tecnologico ma in linea con le esigenze imposte dalla moda e dai nuovi stili di vita del secolo appena nato. Per questo l’attività dell’E.N.A.P.I. si concentrò con particolare attenzione sul problema di formare una moderna classe imprenditoriale e artigiana al passo con il progresso e le esigenze di quegli anni. La vicenda culturale dell’ente si concluse dopo oltre un cinquantennio di attività il 21 ottobre 1978 con la sua soppressione e il passaggio delle competenze alle regioni.
Nell’analisi del fondo E.N.A.P.I. conservato presso la Biblioteca delle Arti di Roma è possibile ripercorrere quella complessa vicenda che a partire dai primi decenni del ‘900 racconta dei rapporti tra architettura, industria e artigianato, lavoro e scuola, arti applicate e laboratori manifatturieri, racconta dei luoghi del lavoro, delle passioni e dell’impegno di intellettuali, artisti, imprenditori e artigiani che insieme furono protagonisti di una storia straordinaria dove la sperimentazione artistica nei vari campi e l’innovazione tecnologica non trascurarono mai di rapportarsi alla tradizione. Una storia che senza soluzione di continuità arriva fino ai giorni nostri, dove, nonostante le ricorrenti crisi economiche e la concorrenza sempre più insidiosa dei paesi emergenti, rappresenta ancora una delle eccellenze produttive dell’Italia e un settore di sviluppo e di occupazione stabile.