Genzano, 1845-1846. Affitto del locale ad uso di Teatro nel "Casamento Meda": carteggio
Archivio storico comunale di Genzano, Comune di Genzano, Carteggio classificato per titolo (titoli I-XV), 1846, titolo VI, pos. n. 199
- estremi cronologici
- 19 ottobre 1845 - 31 maggio 1846
- descrizione fisica
- 1 fascicolo di carte sciolte
- Progetto di locazione a firma Giovanni Prosperi del 19 ottobre 1845 presentato al Consiglio comunale.
- Minuta senza data della lettera del gonfaloniere di Genzano a Giovanni Prosperi relativa alle condizioni di affitto del locale.
- Perizia del 27 febbraio 1846 dell’architetto Luigi Agostini.
- Lettera di Giovanni Prosperi del 31 maggio 1846 al gonfaloniere di Genzano con la quale vengono respinte le condizioni proposte dall’amministrazione comunale.
trascrizione
1. Dietro i colloqui tenuti con l’Illustrissimo Signor Gonfaloniere di Genzano sulla locazione del locale ad’uso di teatro di proprietà dello scrivente si è d’essa conciliata per progetto come segue
1°. La detta locazione dovrebbe formarsi per anni dieci da essere successivamente duratura ad’eccezione di due casi cioè di uso proprio dell’intiero appartamento, o di alienazione dei beni di Genzano.
2°. In qualunque di questi due casi Prosperi assume l’obbligo di indennizzare la Comune della spesa che avrà sostenuto per la riduzione del teatro cioè palco scenico, scenario e mobili a questo inerenti, banchi di platea e banchi ad’uso del teatro, secondo la stima che ne avrà fatta da due periti hic-inde all’epoca in cui dovesse verificarsi alcuno dei due supposti casi suddetti.
3°. L’affitto, che attualmente è di annui scudi venticinque, si fissa ora in annui scudi venti pagabili per intiero alla scadenza del primo semestre ogni anno ed’in corrispettività si dispone quanto appresso.
4°. In corrispettività del calo suddetto il Prosperi consegna il locale nello stato in cui si trova, e la Comune si carica del peso di restaurazione attuale ed alla successiva manutenzione di tutto il locale salve le attuali e future riparazioni di muri maestri, fondamenti, e travi maestri.
5°. Il Prosperi di più in coerenza del suddetto patto oltre il calo della suddetta piggione dona a vantaggio della Comune il quarto dell’attuale palco scenico, scenario e palchettone non che dichiara che la locazione abbia il suo effetto il primo Gennaio 1846.
6°. La Comune garantisce li danni in caso di incendio ad’eccezione di un caso fortuito ed’occasionato da altri inquilini e non derivante dall’interno della località affittata, e si obliga in caso di restituzione consegnare il locale in conveniente stato di manutenzione.
7°. Nell’affitto è compreso l’attuale locale tanto della camera al di dietro del palco scenico quanto del salone ad’uso di platea dal pavimento al tetto comprensivamente cioè anche al soffittone.
Genzano 19 novembre 1845
Giovanni Prosperi Buzzi per progetto da sottoporsi al Consiglio di Genzano per l’approvazione.
2. L. n. 4 del 1846
Illustrissimo Signore
Il Presidente Dicastero della Comarca ha sanzionato in genere la deliberazione di questo Consiglio che accettò il progetto di prendere in affitto il di Lei locale ad’uso di teatrino ordinando però che si facesse redigere la perizia dei risarcimenti di cui abbisogna, ed’escludendo il peso a carico del Comune di rispondere dell’incendio soggiungendo esser necessario di togliere un tale articolo dal compromesso aggiunge che Vostra Signoria Illustrissima assicurando da un tal pericolo l’intero casamento, il Comune potrà obligarsi alla quota corrispondente alla parte del fabricato che prenderà in affitto.
Mentre ho già commesso la redazione della perizia tanto dei risarcimenti di manutenzione a carico del Comune quanto delle riparazioni dei muri maestri e travature delle quali venne assunto l’onere da Vostra Signoria Illustrissima attenderò di rilevare sull’altro articolo la di Lei volontà per potere essere quindi autorizzato alla conclusione dell’apoca e conciliare la esecuzione dei restauri spettanti a Lei in quel miglior modo che sarà possibile.
In attesa di analoga replica.
3. 27 febbraio 1846
Essendosi risoluto dall’Illustrissima Magistratura della Comarca di Genzano, di venire alla ristaurazione necessaria del Teatro ch’esiste in quel luogo nel secondo piano del così detto Palazzo Meda, l’Illustrissimo Signor Paolo Marini Gonfaloniere, incaricò me sotto scritto Architetto Ingegnere di quel Comune, di trasferirmi colà per fare le dovute ispezioni locali, e riferire sul valore degli acconcimj puramente necessarj; lo che ebbe effetto il giorno 17 de corrente Mese di Gennaro 1846, ove alla presenza del rilodato Illustrissimo Signor Gonfaloniere; ed il Capo Mastro Signor Vincenzo Barbaliscia, assunto per eseguire le necessarie misure, si rilevò quanto appresso
1° Nella camera posteriore al palco scenico devesi riattare in parte il solajo, veggendosi le testate dei travicelli alquanto fradici, e per ciò eseguire, conviene anche disfare in parte il mattonato superiore che si calcola in tutto canne quattro di solaro, ed ammattonato ed un legno di rinforzo, si valuta scudi 28.
2. Si dovrà inoltre imbiancare il detto solajo, con quattro mani di bianco 2.
3. La finestra priva d’infissi dovrà essere chiusa da telaro, sportelli, e controsportelli con ferramenti necessarj, lastre, soglia sul parapetto, vernice, e mettitura in opera in misura di pal(mi) 5x10, importerà assieme 12.45 scudi 42.45.
4. Al vano di porta che sorte alla parte posteriore verso il Duomo vecchio si farà una nuova porta foderata larga pal(mi) 5x9, con ferramenti, e vernice, importerà 6.50.
5. Al vano di porta, che mette al palco scenico, si dovrà rifare il nuovo arco, essendo lesionato, ed in questa circostanza anche le spalle quadre per ridurre la luce a pal. 5x10, e fare un fusto guarnito a due partite con ferramenti, che importerà 13.20.
6. Un fusto per chiudere il sottoscala larg. pal. 4X8½, e murare sopra la finestra, con muro di testa mattoni pal(mi) 4x4 5.20 scudi 67.35.
7. Varj rappezzi di fodere a muro di tegolozza sono necessari per riprendere le muraglie, che circoscrivono detta camera, che si ragguagliano a pal(mi) 300 cubi; quindi la intonacatura quasi generale, essendo la esitente tutta salnitrata, e mancante, che si ragguaglia a canne 12, che importerà 18.60.
8. Si dovrà rinnuovare la scaletta, che ascende al palco scenico, composta di n. 6 gradini, portando il primo sulla linea del muro interna alla camera per adaggiare di più quella scaletta composta di due cosciali, e n. 6 gradini con sponde, crociata sotto di collegamento, ed asciatoni di luce pal. 5, si valutano 6 scudi 91.95.
9. Una nuova scaletta occorre anche nel sottopalco di cinque gradini 5 Platea.
10. Si dovrà disfare, e rifare il solarone, veggendosi l’attuale del tutto fradicio, e di cui potrà soltanto ritornare in opera qualche travicello lung. pal. 60x30, che importerà 7.2
11. Si dovrà rappezzare l’ammattonato con canne quattro di nuovi mattoni 12.
12. Alla finestra dovrà farsi il nuovo telaro, sportelli e controsportelli con ferramenti, vernice, lastre e tutt’altro larg. pal. 8x7, si valuta 16.80 scudi 197.75.
13. Si dovrà rinnovare la porta a due partite foderata, e sopraguarnita che da accesso alla platea larga pal. 6X12, con analoghi ferramenti, e vernice, si valuta 14.74.
14. Si dovrà aprire un vano di porta (allorché potrà ottenersi il permesso dal Proprietario superiore) nel ripiano della scala superiore per dare accesso nuovo al palchettone munendolo di fusto a due partite, con ferramenti e tutt’altro importerà 15.60 scudi 228.09.
15. Il tetto che cuopre il Teatro dovrà essere del tutto disfatto e rifatto lung. pal. 60, largo in pendenza pal(mi) 40, dovendosi in esso rinnuovare metà delle fette, n. 6 arcarecci, un paradosso, tutta la pedagnola, ed una quarta parte del materiale, oltre poi a tutte le murature che perciò si valuta 72.
16. Il tetto inferiore che cuopre la camera posteriore al palco scenico dovrà in egual modo disfarsi e rifarsi in canne 13, essendo nello stato medesimo del primo descritto per cui si calcola 39.
Somma il totale importo dei lavori urgenti che occorrono per attivare il teatro scudi 339.09.
NB. Essendosi convenuto col Proprietario del fondo, che a suo carico debbano restare alcuni lavori nel fondo suddetto per ciò che riguarda la solidità è pertanto che sulli descritti lavori esistono taluni, che a questa appartengono come
- il nuovo arco descritto all’articolo 5°.
- il legno di rinforzo descritto all’articolo 1°.
– e quindi due paradossi al tetto , descritto agl’articoli 15 e 16, calcolandovi in parte la scomposizione, e ricomposizione del medesimo per la sostituzione dei detti paradossi, - oltre a qualche riattamento alle mura come all’articolo 7°
- per cui tali lavori potranno decurtare la somma suddetta di 43.50.
Per cui resta la somma da impiegarsi a carico dell’Illustrissima Comunità scudi 295.59.
In fede Roma 27 del 1846
Luigi Agostini Architetto.
4. Mio Venerandissimo Sig. Gonfaloniere
Mi giunse la sua carissima relativamente al salone ad uso di teatro dal prendersi in affitto dal codesto Commune in circostanza troppo funesta per me, e famiglia della morte della mia buona Madre; in seguito la raccolta dell’oglio che mi ha tenuto occupato tutto il giorno al Molino, e Campagna, l’[aumen]to generale di tutti quei dazi communali furono tutte circostanze, che ... mi fecero levare dalla memoria questo affare, che non mi sarebbe richiamato, ora con la falciatura, e prossima mietitura .... Fattale questa genuina confessione, entrando in tema pel teatro anche per parte di mio Padre debbo significarle, che qualora il contratto debba livellarsi sulle basi del concordato ossia compromesso fra di noi firmato nell’ultima mia gita in Genzano, potrà esso stipularsi, ma variando questi patti, e mettendo a nostro carico quello dell’assicurazione dall’incendi, meno che con l’aumento proporzionato della piggione, non può combinarsi, poiché ridotta la piggione al saggio stabilito dal compromesso tenuissima, devesi gravare a nostro carico della tassa di assicurazione da pagarsi alla cassa verrebbe ridotta ad un saggio, che non sta in proporzione con l’altri oneri imposti di ricompra e altro, e con la rendita, che dar potrebbe il locale tanto ridotto ad abitazione, che a proprio uso. Datole questo riscontro tanto a nome di mio Padre, che mio torno a pregarla di scusarmi, se lo aveva dimencato fin qui, mentre pronto alla stipolazione del contratto sulle basi del compromesso firmato, passo ad onore di essere a tutte prove con distintissima stima ed ossequio
Di lei pregiatissimo Signor Gonfaloniere
Li Cori 31 maggio 1846
P.S. Avrei una partita di bocci (ora i vermi sono a frasca) essi sono di razza moretta, e di buonissima qualità vorrei conoscere il prezzo, che me lo pagasse la dicina condotti in Genzano, poiché se conviene piutosto che portarli in Roma li manderei a lei. La quantità sarà dalle 28 alle 32 decine e per questo articolo la prego di un riscontro non più tardi delli sette Giugno.
Devotissimo Obligatissimo servitor vero
Giovanni Prosperi Buzzi.