Ancona - Lungomare Vanvitelli

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Le strutture romane individuate, in occasione dello scavo sul Lungomare Vanvitelli, e pertinenti al porto romano sono riferibili a differenti fasi edilizie inquadrabili tra l’epoca augustea (I° secolo a.C.) e l’età tardo-antica (VI° secolo d.C.).

Alla fase edilizia augustea posso essere ricondotti una serie di vani allungati disposti perpendicolarmente alla linea di costa ed organizzati su più piani. Gli ambienti prospicenti il mare erano adibiti al rimessaggio delle imbarcazioni mentre quelli dislocati al piano superiore erano funzionali allo stoccaggio delle merci.

All’imperatore Traiano, nel II secolo d.C., si devono i lavori di ampliamento di tutta l’area portuale: nello specifico sono stati notevolmente implementati i vani destinati al rimessaggio delle imbarcazioni.

Subito dopo la zona dedicata ai magazzini si trovava quella destinata ad edifici civili e di rappresentanza che arrivava fino all’area dove oggi sorge la chiesa di Santa Maria della Piazza.

I reperti rinvenuti, grazie agli scavi svolti nell’area Lungomare Vanvitelli, dimostrano come Ancona non fosse solo una base per le imprese militari, che si svolgevano nel versante orientale del mare Adriatico come attestato dalle scene riportate sulla colonna traianea, ma anche il principale emporium sulla riva orientale della Penisola. Infatti tali resti, unitamente alle fonti letterarie, ci parlano di intensi rapporti commerciali con tutto il Mediterraneo grazie alla commercializzazione di cereali, vino, porpora, panni di lana ed altre derrate alimentari.