A partire dal 1816 Giuseppe Gioachino Belli era entrato nell'amministrazione pontificia della Direzione generale del Bollo e Registro come commesso.
Con questa qualifica si intendeva sostanzialmente un grado diverso da quello attuale, che comprendeva le mansioni oggi distribuite in parte alla carriera di concetto e in parte a quella d’ordine.
Gli impiegati d’ordine erano esecutori in questioni di protocollo o di semplice sistemazione dei documenti, mentre quelli di concetto dovevano anche prendere decisioni, che implicavano una qualche responsabilità diretta.
Nell’amministrazione pontificia la qualifica di commesso si articolava in tre distinte classi, alle quali nel periodo in cui lavorò Belli, era connesso rispettivamente lo stipendio di 10 scudi per la terza, 15 scudi perla seconda, e di 20 per la prima.
Al di sopra dei commessi che formavano il nerbo degli uffici governativi, ove assumevano di volta in volta le mansioni di minutanti, copisti, scrittori vi erano i capi degli uffici rigorosamente distinti in Segreteria e Computisteria, e al di sopra di questi i capi delle singole amministrazioni.
Nell’epoca presa in esame l’Amministrazione del bollo e registro impiegava 9 commessi in Segreteria ( di cui Il Belli occupavano il n.7) e 8 commessi nella Computisteria.
Erano pochi, ma proprio in questi anni si stava avviando la riforma di questo, e altri settori, che avrebbero implicato un aumento del personale.
Gl'impiegati governativi nello stato pontificio erano considerati dei privilegiati, cui si offriva il modo di sopravvivere più o meno confortevolmente a spese dello stato, senza imposizione di particolari obblighi sulle prestazioni lavorative.
Sotto certi aspetti, anche la carriera impiegatizia di G. G. Belli può essere considerata in tal senso esemplare.