Il problema della riforma burocratica è antico, forse quanto l’esistenza stessa della papa. Anche nelle epoche passate gli impiegati non dovevano dare abitualmente gran buona prova di sé..
A Roma, sede anche nei secoli scorsi di un imponente apparato statale, tornò spesso ad affacciarsi il problema della burocrazia e più volte i pontefici iniziarono o tentarono riforme concernenti l’amministrazione e gli impiegati dello stato.
Come? Il sistema più utilizzato era quello di incaricare un’apposita commissione o congregazione per procedere allo studio della riforma amministrativa o alla sorveglianza degli impiegati statali.
Leone XII (1823-1829) istituì nel 1826 un’apposita Congregazione di vigilanza sui pubblici impiegati (1826)(1).
Lo scopo di questa istituzione era essenzialmente di controllo per “reprimere le gravi negligenze e mancanze, e molto di più gli abusi, l’estorsioni, le corruttele, qualunque altro genere di prevaricazioni”.
La Congregazione si mise immediatamente al lavoro con sfoggio di grande zelo.
Come atto iniziale, a tutti gli uffici centrali e periferici, venne richiesto di presenatre un elenco esatto e completo dei loro dipendenti, ove fossero dichiarate le generalità, le mansioni, la capacità, gli emolumenti fissi, gli incertii, e redigendo un dettagliato rapporto sul conto di ognuno.
Si volevano così eliminare:
1) le iscrizioni di impiegati in ruoli fittizi, creati al solo scopo di far percepire agli interessati, fortemente protetti, uno stipendio statale senza il corrispettivo di alcuna prestazione;
2) la corresponsione di incontrollati assegni tabellari;
3) il cumulo degli impieghi.
La speranza di riordinare la burocrazia pontifica si dimostrò però illusoria. Caduta nel nulla, dopo l’iniziale fervore, l’attività della Congregazione di vigilanza, questa venne definitivamente soppressa da Pio VIII (1829 – 1830), e nel 1831, al momento dell’assunzione al soglio di Gregorio XVI (1831 –1846), la situazione si presentava pressochè immutata.
Fu forse proprio in quegli anni, i primi del decennio del 1830 che la disorganizzazione nel campo amministrativo dello stato ecclesiastico raggiunse il suo culmine: l’erario viveva alla giornata, si tirava avanti per mezzo di indebitamenti sempre più gravi e a condizioni sempre più onerose.
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(1) CONGREGAZIONE DEL TERRORE
Si ha notizia da Gaetano Moroni che un dicastero straordinario risale addirittura al sec. XVI ed ebbe il nome di “Congregazione del terrore ” . Ovviamente terrore verso di impiegati. Ne riferisce Gaetano Moroni nel suo famosso Dizionario..
”Questa congregazione si componeva di venti cardinali, e quaranta prelati, nella quale il papa, coi detti cardinali, in qualità di giudici, dava in un giorno di ogni mese un’udienza pubblica, in cui udiva tutte le querele, e riceveva le suppliche di ogni persona che si presentasse, di qualunque condizione, e paese fosse, e alle medesime rendeva giustizia secondo il merito della cosa. Di questa congregazione non si hanno altre notizie..