- Fonte:
- Palmiro Togliatti, Corso sugli avversari: le lezioni sul fascismo, a cura di Francesco M. Biscione, Torino, Einaudi, 2010.
«Dobbiamo ricordarci che il Dopolavoro è l’organizzazione piú larga del fascismo, che la nostra tattica deve essere piú larga che altrove perché, dato il modo in cui il Dopolavoro è organizzato, noi possiamo legare a noi degli strati piú larghi di lavoratori che in altre organizzazioni. [...]
Ma a parte questa considerazione, se noi prendiamo la via dell’astensionismo, la via della disgregazione, noi ci togliamo una possibilità di fare un lavoro organizzativo tra la massa dei giovani lavoratori, e non solo dei giovani, ma dei lavoratori in generale, per i quali una biblioteca è qualche cosa, una gita ecc. è qualche cosa e aderiscono a questa organizzazione. Se noi prendiamo questa posizione, ci tagliamo dalle masse.
La nostra linea dev’essere quella dell’entrata nel Dopolavoro senza scrupoli e senza riserve. [...]
La linea fondamentale che noi seguiamo oggi è quella della conquista delle organizzazioni del Dopolavoro da parte dei lavoratori. [...]
Nel primo campo abbiamo fatto molto poco. [...] Poco, per esempio, nel campo culturale. Pochi sono i casi di compagni i quali abbiano cercato di organizzare una biblioteca con libri che abbiano un contenuto di classe. Pochi, ma anche in quei pochi casi in cui ciò si è fatto ci si è fermati a mezza strada. Bisognava fare un lavoro culturale, dare a leggere e spiegare i lavori di Gorkij, Tolstoj ed altri che possono oggi avere in Italia un contenuto sovversivo ed opporre le idee contenute in questi libri alle idee del fascismo. Si possono creare dei conflitti anche su questo terreno; è però difficile. [...]
Bisogna chiedere nelle biblioteche dei libri che parlino dell’Urss. In Italia ve ne sono molti legali. Iniziare una discussione sulle questioni sovietiche. Si crea cosí una forma legale e semilegale di organizzazione degli amici dell’Urss.»
(Palmiro Togliatti, Corso sugli avversari: le lezioni sul fascismo, p. 107-108, 110-112 (Lezione VII: Il Dopolavoro, tenuta il 5 febbraio 1935). Le Lezioni sul fascismo furono pubblicate per la prima volta nel 1969 nella rivista «Critica marxista» e poi nel 1970 in volume).