La Società di cultura di Torino fu costituita a seguito di alcune riunioni organizzate nel 1898 dai promotori – professori anche di materie scientifiche, giornalisti, professionisti, artisti –, come spiega l'articolo di presentazione pubblicato da Luigi Einaudi su «La stampa».
L'iniziativa, che si ispirava ad esperienze, anche se differenti, di altre città (come il Gabinetto Vieusseux di Firenze e la Società di letture e conversazioni scientifiche di Genova), aveva lo scopo di offrire, come affermava l'astronomo Francesco Porro che ne fu poi presidente, «nello stesso tempo biblioteca circolante adatta a fornire ai soci le ultime pubblicazioni letterarie e di argomenti che tocchino la cultura generale; sala di lettura dei grandi giornali italiani ed esteri e delle maggiori riviste generali, e sala di conversazione per passare qualche ora in geniale ritrovo».
La sede fu stabilita inizialmente in un palazzo della Galleria nazionale e poi trasferita nel 1905 in via delle Finanze (nel 1916 ribattezzata via Cesare Battisti); verso il 1908 la Società acquisì anche gli oltre diecimila volumi della Grande biblioteca romantica circolante dell'editore Streglio.
Era frequentata abitualmente, oltre che da professori dell'ateneo torinese (come Einaudi, Peano, Lombroso, Pastonchi e altri) e delle scuole superiori, giornalisti e altri uomini di cultura, da giovani letterati – fra i quali Guido Gozzano, Amalia Guglielminetti e i loro amici – e studenti universitari, che, come ricorda Carlo Dionisotti, avevano lì la possibilità di incontrare i loro docenti in un contesto meno rigido e formale di quello dell'Università.
Oltre alla lettura di libri e periodici italiani e stranieri, permetteva il prestito e organizzava conferenze, letture di testi e altri eventi. L'incarico di bibliotecario della Società fu ricoperto negli anni da Gustavo Balsamo Crivelli, Zino Zini, Guglielmo Ferrero, Francesco Ruffìni e altri; della Biblioteca fu pubblicato anche un catalogo a stampa con aggiornamenti.
Presidenti della Società furono, fra gli altri, Gaetano Mosca, Achille Loria e nei primi anni Venti Lionello Venturi, a seguito di una sorta di “colpo di mano” nell'elezione delle cariche sociali organizzato da Piero Gobetti e altri giovani impegnati, come hanno ricordato Barbara Allason e Carlo Levi. Ma venne poi rapidamente fascistizzata e durante il ventennio, quando aveva sede nella piazzetta Madonna degli Angeli (per qualche tempo ne fu presidente Giulio Bertoni), non ebbe più la vitalità che l'aveva caratterizzata nei periodi precedenti.
Alberto Petrucciani
Giuseppe Gallico, Con Lombroso e Gozzano nella «Società di cultura», «Stampa sera», 92, n. 95 (20/21 apr. 1960), p. 3.
Giancarlo Bergami, La «Società di cultura» nella vita civile e intellettuale torinese, «Studi piemontesi», 8, n. 2 (nov. 1979) p. 345-364.
Giancarlo Bergami, Gozzano e la "matta brigata" nel serraglio della Società di cultura, in: Guido Gozzano: i giorni, le opere: atti del convegno nazionale di studi, Torino, 26-28 ottobre 1983, Firenze, Olschki, 1985, p. 239-254.