- Nome
- Ettore Romagnoli
- Data di nascita
- 11/06/1881
- Data di morte
- 01/05/1938
Nato a Roma l’11 giugno 1871, studiò nell’ateneo romano e si laureò in letteratura greca con Enea Piccolomini discutendo una tesi su Aristofane nel 1893. Si dedicò dopo la laurea all’insegnamento del latino e greco nei licei, interrotto tra il 1896 e il 1900 per collaborare al museo dei gessi annesso alla cattedra di archeologia tenuta da Emanuel Loewy. Ottenuta la libera docenza, dal 1905 al 1908 insegnò letteratura greca nell’Università di Catania, e successivamente a Padova, Pavia, Milano e Roma, dove dall’ottobre 1936 gli fu assegnata la cattedra di filologia greco-latina e poi quella di letteratura greca.
Inizialmente influenzato dal rigoroso metodo filologico di Enea Piccolomini e Girolamo Vitelli, abbracciò progressivamente un orientamento antifilologico che suscitò l’opposizione di molti, primo fra tutti Giorgio Pasquali. L’approccio estetizzante nei confronti dei testi classici si manifestò anche nella sua infaticabile opera di traduzione del teatro e della lirica greca, che comprese le commedie di Aristofane, le tragedie, i poemi epici e bucolici, la lirica. Bersaglio privilegiato dei suoi interventi fu l’asserita subalternità della cultura italiana a quella tedesca, sia in campo filologico sia in tutta l’area delle scienze dell’antichità, a partire dagli stessi luoghi e istituti di cultura nei quali queste discipline si esplicavano (biblioteche, musei, scavi archeologici); una polemica che assunse toni particolarmente forti nel corso della guerra e negli anni successivi quando il suo nazionalismo si espresse in una serie di scritti e discorsi tesi alla difesa e all’affermazione delle tradizioni italiane in tutti i campi della cultura. Paradigmatiche di tale sentire sono le note pagine di Minerva e lo scimmione, «libro di battaglia» (come lui stesso lo definì) in cui accusa direttamente il ‘metodo scientifico’ di provenienza tedesca per aver contaminato con la sua rigidità la filologia classica italiana. Accademico d’Italia dal 18 marzo 1929, nonostante i forti contrasti con esimi filologi colleghi (in primis Pasquali) è tra i classicisti più noti all’inizio del Novecento, tanto da ricevere l’invito di Giovanni Gentile a collaborare alla Enciclopedia italiana.
Fervido traduttore delle più importanti opere greche, spaziando dall’epica al teatro, grande interprete dell'ellenismo (Nel regno d'Orfeo, 1921; Il libro della poesia greca, 1921), poté vantare anche una lauta produzione originale, critica e drammatica (Drammi satireschi, 1914, 2ª ed. 1928; Nuovi drammi satireschi, 1916; 2ª ed., 1918; Commedie liriche, 1925; Il carro di Dioniso, 1927); mentre rimangono fonte imprescindibile per delineare le varie correnti che suggestionarono il lavoro del Romagnoli i due volumi autobiografici Ricordi romani e Genii in incognito.
Morì a Roma il 1° maggio 1938.
Eleonora De Longis
Giorgio Piras, Romagnoli, Ettore, in: Dizionario biografico degli italiani, vol. 88, 2017.