- Fonte:
- Barbara Allason, Memorie di una antifascista, 1919-1940, Milano, Edizioni Avanti!, 1961.
«In quell'estate (1924) mi recai in Germania, a Monaco, dovendo preparare il mio volume su Bettina Brentano, la graziosa piccola amica – das Kind – di Goethe, argomento propostomi dal mio maestro Arturo Farinelli, a cui mi ero vivamente appassionata.
Della Germania quale allora mi apparve – governata da Weimar, ma già ammorbata dal nazismo (nel 1922 era stato ucciso Rathenau) – non dirò nulla. Troppo presa dalle mie ricerche di biblioteca, dai concerti, dalle visite ai miei cari musei monacensi non pensai a occuparmi della vita politica. [...]
Ricorderò invece due episodi che mi colpirono: l'uno fu il volo del primo Zeppelin riapparso nei cieli teutonici. Ero nella bella e comoda biblioteca di stato della Ludwigstrasse quando il rumore ormai insolito del motore e dell'elica si annunciò, si fece piú vicino e tosto un grande dirigibile apparve volando basso sulla città. Fu un delirio... In un momento tutti quegli studiosi cosí disciplinati e silenziosi furono alle finestre gesticolando e gridando come presi da demenza. Il direttore – un signore nobile, dalla gelida cortesia – giunse di corsa e pareva letteralmente invasato.
A tutta prima non capii che cosa accadesse; poi mi resi conto. Era il primo dirigibile tedesco che tornava a volare destinato, se ben ricordo, all'aviazione civile e diretto in America. Era il risveglio, la ripresa, la promessa dell'avvenire. E allora vedendo quell'entusiasmo di tutti, del direttore e dell'inserviente, del monarchico e del comunista, pensai che un paese cosí compatto e cosí acceso da un solo ardore non doveva tardare a risollevarsi.»
(Barbara Allason, Memorie di una antifascista, p. 39-41. La prima edizione uscì senza data tra il 1945 e il 1946)