- Fonte:
- Eugenio Montale, Quaderno genovese, a cura di Laura Barile, con uno scritto di Sergio Solmi, Milano, Mondadori, 1983.
«Da due giorni in Biblioteca (portici) ... vendita di zucchero, affollamento e impossibilità di entrare. È enorme. Vi fui Martedì e lessi in parte un profilo di certo Marchesi su Marziale.»
(Eugenio Montale, Quaderno genovese, p. 11. L'annotazione compare tra il 1° e il 6 febbraio 1917 e si riferisce alla Biblioteca civica Berio. Molti riferimenti a libri letti, in tutto il Quaderno, non specificano la fonte, ed è possibile che si riferiscano, in parte, ad altre letture di biblioteca).
«Biblioteca (dove entrai non ostante lo spaccio di ... zucchero). Sbirciai: l'Altare di Sem Benelli (Crip-fu, crip-fu, crip-fu...) e le poesie di Iacopo Sanvitale, con la celebre Nostalgia: roba da chiodi. Incredibile!!!»
(ivi, p. 13. L'annotazione compare tra il 6 e l'8 febbraio).
«Dò qui un po' di critica sui libri letti nei giorni passati: F. Jammes, Le deuil des Primevères: poèmes (della Biblioteca Universitaria). Non c'è male specie l'elegia seconda.»
(ivi, p. 19. L'annotazione compare tra il 3 e il 5 marzo).
«In biblioteca.
Sbirciato da capo a fondo e letto in parte:
J . Stuart Mill – Memorie – così, così.»
(ivi, p. 21. L'annotazione compare tra il 3 e il 5 marzo. Montale lesse presumibilmente una delle edizioni della traduzione francese, uscita col titolo Mes mémoires: histoire de ma vie et de mes idées, mentre non era ancora disponibile una traduzione italiana della Autobiography).
«Lunedì 5 Marzo 1917
[...] Oggi sbirciai in biblioteca (li conoscevo già) i Contemporanei di Jules Lemaître (Pietosi!)
[...]
Molti giorni fa lessi in Biblioteca un «referendum» (1) (120 risposte) del «Coenobium» di Lugano (1909?) intorno a questa domanda: Quali sono i quaranta libri che preferireste dovendo ritirarvi a vita cenobitica?»
(ivi, p. 22-23).
«Giovedì [8 marzo] [...]
Sbirciai l'altro ieri da Ricci (libraio) una Letteratura Italiana di un signor Karl Wossler [ma Vossler]. Esilarante e scandalosa. Parla del futurismo come un cuoco analfabeta. Questo libello esiste anche in Biblioteca. Disgraziatamente.»
(ivi, p. 27).
«Sabato [10 marzo] [...]
Biblioteca. Grandi insulti di Scherer a Baudelaire. Tempo perso, filistei!!»
(ivi, p. 28).
«Mercoledì 14.
Lessi ieri in Biblioteca i Poèmes Barbares di Leconte de Lisle. Ero mal prevenuto contro il semideo parnassiano; ma sono stato vinto.»
(ivi, p. 29).
«Domenica 25 [...]-
Firenzuola: una o due novelle delle dodici che ne scrisse (in Biblioteca). Robaccia.»
(ivi, p. 32).
«Letture. Maxim Gorki. I tre (romanzo) (in Biblioteca). Mediocre; imitazioni dal Dostoiewsky; di suo non c'è che un certo senso del vagabondaggio, più forte, del resto, nelle sue novelle che non qui.»
(ivi, p. 44. L'annotazione compare tra il 16 e il 19 aprile).
«Il giorno 26 [aprile] mi colpì – in Biblioteca! – come un raggio di luce, durante la lettura dell'Homme di Ernesto Hello: mi parve di aver ritrovato la fede del carbonaio. Tornato a casa avrei letto quante più vite di santi, libri mistici e agiografici, mi fossero venuti tra le mani: Amour di Verlaine mi deliziò. Questo stato dura ad oggi, un po' diminuito. Merito un po' dell'aria che si respira, o di letture di conversioni; o del libro di Hello che ha pagine stupende, io non so... forse tutto questo insieme.»
(ivi, p. 46).
«Oggi fui per la prima volta alla Biblioteca dell'Università. Presi un'Antologia Lemerre compilata da filistei.»
(ivi, p. 52. L'annotazione compare tra il 26 e il 31 maggio).
«Caragiale: Novelle Rumene (tre). C'è una certa vita e una certa – per noi non rumeni – originalità. [...] In totale non c'è malissimo.
Lessi pure alla Universitaria gran parte del Clairières dans le ciel di Jammes. Buono.»
(ivi, p. 53, annotazione del 31 maggio).
«Oggi Biblioteca Universitaria. Il distributore in nome della morale rifiutò di darmi le poesie del Marino nella nuova edizione Laterza!! Ahimè, morale, come minacciano di farmiti diventare antipatica! Sbirciai gli Essais de Psychologie contemporaine del Bourget.»
(ivi, p. 55-56, annotazione del 7 giugno).
«Domenica 17 [giugno].
Questo diario bisogna dire che non lo curo gran che; ma in fin dei conti ho poco e nulla da dire. Solito scagno, solita vita: il pomeriggio lo passo in biblioteca, dove mi annoio. Leggo stentatamente e vorrei... vorrei fare qualcosa di mio, ma... sono desideri; mi manca ogni volontà. La mia impotenza è prodigiosa. Passano i mesi ed io mi guardo vivere; e ne stupisco; tutto rimetto al domani.»
(ivi, p. 56).