- Fonte:
- Leonardo Sciascia, Di Croce vale più la prosa che il pensiero, «Tuttolibri», n. 645 (4 marzo 1989), p. 1.
«Negli anni di scuola – tra guerra di Spagna e seconda guerra mondiale – si leggeva molto Croce. Ma, debbo dirlo, senz'altra passione che quella del dispetto a chi voleva non lo si leggesse. I fascicoli della Critica, che un bibliotecario indulgente ci faceva leggere di straforo, senza farci compilare la scheda di richiesta (sulle schede spesso si posava lo sguardo vigile delle questure), non ci entusiasmavano per i giudizi e soltanto rispondevano al nostro sentimento per qualche allusione. Né trovavamo di meglio nei volumi sulla letteratura della Nuova Italia, nei saggi di Poesia e non poesia, nel saggio su Pascoli, in quello su Dante.»
(Leonardo Sciascia, Di Croce vale più la prosa che il pensiero, «Tuttolibri», n. 645, 4 marzo 1989, p. 1).