- Fonte:
- Guido Morselli, Roma senza papa: cronache romane di fine secolo ventesimo, Milano, Adelphi, 1974.
«La Gregoriana, «cerebrum Ecclesiae». È la prima volta che la conosco da vicino, non ne avevo mai visto altro che la biblioteca, che è aperta al pubblico.»
«Sono a Roma da quasi un anno. Alla ‘Gregoria’ conosco bene cinque o sei studenti, tutti oltre i trent’anni, quindi maggiori di me. L’ambiente è straordinariamente misto e non solo per le nazionalità, le vocazioni e destinazioni, o per le età, che vanno dai 25 ai 45. Ma per la tipologia assortitissima degli uomini che vi coesistono. La disciplina esteriore e il formalismo (specialmente tecnicistico) a cui questi uomini, più o meno, si piegano, non bastano a amalgamarli. Nelle nostre camere, nei ritrovi collegiali, cinema o mensa, emergono verticalità (incomunicazioni) vertiginose, e le ore di studio in biblioteca o in aula le restituiscono intatte. [...]
Sarà bene che io mi veda le opere, esistenti in biblioteca, sul G.I.D.M., o «God-is-dead Movement». Gli autori come Altizer o Van Buren, che dichiarano che «Dio è morto», non sono materialisti o scettici, sono buoni cristiani e appartengono alla direzione di chiese cristiane, compresa la cattolica.
Tali letture contengono un insegnamento, perché purificano la nostra religiosità, la rendono «più criticamente viva».»
(Guido Morselli, Roma senza papa).
Roma senza papa è il primo romanzo di Guido Morselli, apparso postumo nel 1974 a un anno dal suicidio dello scrittore. Nel libro, che ha come protagonista un giovane sacerdote svizzero (don Walter), il papa ha abolito il celibato ecclesiastico e abbandonato Roma per trasferirsi nella piccola località di Zagarolo. Nella testimonianza, il Vice-Rettore della Gregoriana propone a don Walter di leggere in biblioteca alcuni testi di Thomas J. J. Altizer e Paul van Buren, esponenti della cosiddetta corrente della Teologia della morte di Dio, movimento diffusosi in particolare negli Stati Uniti tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento.