Mercati (1895)

Fonte:
Carteggio Ceriani-Mercati, 1893-1907. Introduzione, edizione e annotazioni a cura di Cesare Pasini, con la collaborazione di Massimo Rodella, Città del Vaticano, Biblioteca apostolica vaticana, 2019.

«Iersera alle 11 giungeva finalmente a casa, dove alquanto riposato stendo una breve relazione del mio viaggietto.
Il 28 Luglio u.s. giunto a Modena, nel pomeriggio fui alla Capitolare, dove da un eccellente Messale Gregoriano del IX-X secolo copiato "ex authentico Romanae bibliothecae" ho tratto l'antica messa di S. Prospero. I tre giorni seguenti ho collazionato all'Estense l'Historia Miraculorum del d.o S.o da un codice, che rivela manifestissimamente le interessate corruzioni e mutilazione di quel testo importante per la storia del culto del S.o.
Il 1° d'Agosto fui a Bologna all'Universitaria a riscontrare una decina di codici greci omessi nel Catalogo stampato pochi mesi fa dall'Olivieri sotto la direzione del Prof. Puntoni. Parecchi di questi Codici sono importanti. Per me ho notato un Codice dei Profeti.
Il 2° faceva a Ravenna la restituzione del manoscritto di S. Ambrogio [all'Archivio diocesano]. L'E.mo Card. Arcivescovo volle che io lo racconciassi alla meglio, ne numerassi i fogli e lo assicurassi come sono assicurati i nostri mss. in fascio. L'ho fatto, e, credo, non male. Nel frattempo frugai per tutti gli antri dell'Archivio in cerca di altri fogli del S.t'Ambrogio: in vece d'essi trovai sopra uno scaffale altri tre fogli del mss. della Vulgata del sec. V°, tutti degli Atti Apostolici. Li ho copiati, come pure ho copiati quattro foglietti di Daniele in una scrittura minuscola vicina assai alla semiunciale, la cui età certo assai antica non saprei definire. A prima vista mi parvero dall'8 al 9 secolo: ma ora ne dubito. Il testo è quello della Vulgata.
Cogli stessi foglietti di Daniele e nello stesso formato era un codice delle Vitae Patrum in semiunciale dell'8° secolo circa. Ho riattato alla meglio queste reliquie, indicandone il contenuto e raccomandandole alla custodia dei presenti e dei futuri Archivisti, che forse chi sa cosa avrebbero lasciato farne.
Lunedì 5 [partii] alla sera per Faenza e Martedì mi recai alla Laurenziana a Firenze, dove passati una decina di passionarii contenenti la Vita di S. Prospero volli osservare un poco tutte le Catene greche sul V.o T.o e specialmente il Commentario in Iob del Crisostomo. Non v'è alcun codice del Commentario sui Salmi dello stesso. Delle Catene ve ne è appena due o tre che possono competere colle nostre, o almeno tenere loro dietro a una distanza non troppo grande. I Codici di una certa importanza paionmi Plut. V Cod. XIV e XXX, e IV: Plut. XI Codd. 4 e 5.
Indi venni a Pistoia, dove ho studiato tre giorni. La Fabroniana [ma Leoniana?] e la Forteguerriana non hanno nulla d'importante per i nostri. La Capitolare invece è eccellente: l'ho spogliata tutta, perché le indicazioni dello Zaccaria sono insufficientissime, e le segnature sono tutte mutate. Molti mss. di SS. Padri e della Bibbia latina, e 6 o 7 collezioni di Canoni dei Sec. XI-XII: tre o 4 antifonarii coi neumi della stessa età incirca etc. Ivi è una copia della versione latina del trattato di Grossolano; e a risguardo di due manoscritti due fogli in unciale di due Messali Romani, di cui uno più antico direi dell'VIII sec. se non mi paresse la minuscola dei responsorii assai meno antica. Avrei terminato la copia di questi, se proprio all'ultima ora non mi fosse toccato di sostenere la conversazione del Canonico introduttore e d'un altro Giovane, a cui mi raccomandarono dessi instruzioni per la compilazione d'un catalogo della ricchissima collezione di stampe di musica sacra del 1500 e 1600. Terminerò altra volta in passando. I S.i Canonici, che non si raccapezzano in quella Biblioteca quando vengono forestieri a chieder Codici né loro danno tanta libertà di ricerche come a me prete per eccezione, volevano che io ne facessi per loro uso un catalogo, che li traesse d'imbroglio. Risposi, che ora non poteva. Certo è deplorevole, che nessuno di loro s'intenda e si occupi di quel bell'Archivio. [...]
In conclusione: ho fatto un viaggettino abbastanza istruttivo e fruttuoso per me, e per la stagione non così gravoso come potevasi attendere.»

(Giovanni Mercati, lettera a Antonio Maria Ceriani, Roteglia 10 agosto 1895, p. 171-173)

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