- Fonte:
- Federigo Tozzi, Novale, nuova ed. a cura di Glauco Tozzi, Firenze, Vallecchi, 1984.
«[Roma] 7 marzo 1907.
........... Ho studiato assai in biblioteca, e sono quasi a raggiungere il nuovo mondo, che sentivo muoversi dentro di me. Vorrei che tu credessi come io a qualche cosa di nuovo che io porterò nel pensiero. Leggendo, ora mi tornano tutte le sensazioni, che prima si perdevano in tutto il male che era penetrato fino alle ossa della mia anima.»
(Federigo Tozzi, Novale, p. 80. La prima edizione di questa scelta di brani di lettere alla fidanzata, curata dalla vedova Emma, fu pubblicata da Mondadori nel 1925).
«22 marzo 1907.
[...]
Ma che fa lo studiare, e la Biblioteca?.............
Non devo studiar più, come studia – per esempio – un professore; cioè per sapere. Conviene che studi come prima, cioè torni a vedere ciò che mi è intorno. Questa sala non mi deve interessare se non come un oggetto della mia attenzione creatrice. Ma devo aver pazienza che si combinino insieme tutti i frammenti disparati che ho nella mente. Allora sorgeranno le idee...........»
(ivi, p. 88, dalla Biblioteca nazionale di Roma).