Quella ospitata nella sede di Milano è la biblioteca più grande tra tutte quelle dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. La sua fondazione coincide con la nascita dell’ateneo stesso nel 1921 per volontà del fondatore padre Agostino Gemelli, su modello di grandi realtà come la Vaticana e la Biblioteca cantonale e universitaria di Friburgo. Gemelli dette grande impulso alla crescita della biblioteca e la considerò sempre uno dei principali vanti del suo Ateneo. All’interno della collezione non esiste un vero e proprio Fondo Gemelli perché i volumi appartenuti al francescano si sono pian piano identificati con la raccolta stessa dell’istituto.
Al primo bibliotecario, il professor Umberto Antonio Padovani, che fu direttore fino al 1933/34, si devono le prime relazioni circa l’attività della biblioteca. Sappiamo ad esempio che già nelle intenzioni iniziali del Padovani la biblioteca non doveva essere riservata solo a studenti e professori, ma aperta a tutti. Un opuscolo relativo al biennio 1922-23 ci informa che la collezione contava 50.000 volumi e in quello stesso periodo il materiale librario era collocato in 12 diversi locali e suddiviso secondo 15 materie. Era presente una sala di lettura alla quale gli studenti potevano accedere liberamente e per ottenere il prestito era necessario versare una somma in deposito. Una relazione del Padovani relativa al 1923/24 riferisce di una modifica all’orario prevedendo l’apertura serale solo per gli studenti di sesso maschile. La prima sede della biblioteca fu in via S. Agnese 2, poi nell’autunno del 1932 venne spostata in piazza S. Ambrogio 9.
Per il periodo dal 1932 al 1940 abbiamo a disposizione le statistiche delle opere date in lettura, dei prestiti e della frequenza dei lettori. Dal 1932 al biennio 1938-1939 si riscontra un costante aumento, mentre nel 1939-1940 si registra una flessione. I prestiti erano inizialmente 7.309, raggiungono 17.760 e scendono a 16.825; le consultazioni passano da 26.281 a 121.959, e scendono a 98.229; i lettori da 50.609 diventano 167.554, e nell’ultimo biennio considerato la quota è di 113.570.
Durante il periodo fascista non vennero mai assecondate le restrizioni del regime per l’acquisto dei libri e venne addirittura mantenuta l’apertura all’ambito internazionale grazie al canale rappresentato dalla Città del Vaticano da cui i libri passavano prima di arrivare a Milano. Sempre in questo periodo è noto che lo studente Giuseppe Boretti venne escluso dalla frequenza della biblioteca a causa delle reiterate richieste dei volumi di Lenin editi in tedesco che ormai potevano essere consultati solo in questo istituto.
Letizia Vagli
Sito della Biblioteca: <https://biblioteche.unicatt.it/milano>
Anagrafe biblioteche italiane: <https://anagrafe.iccu.sbn.it/isil/IT-MI0291>
Edoardo Barbieri - Ellis Sada, Per una storia della biblioteca dell’Università Cattolica, in Storia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore: le istituzioni, vol. 5: I patrimoni dell’Università Cattolica, Milano, Vita e Pensiero, 2013, p. 243-293.