- Fonte:
- Lettere di Lucia Lopresti a Roberto Longhi (primavera-autunno 1921), «Paragone. Letteratura», III serie, n. 102-104, (agosto-dicembre 2012), p. 18-82.
«Io seguito al solito a grattare i libri dell'Hertziana e di altre biblioteche e mi vien fatto di trovare a volte delle cose che ardo subito di dirti. Ne ho ammassate così, nella tua assenza alcune che mi paiono singolari e non resisto al desiderio di sciorinartele qui subito, senza aspettare il tuo ritorno:
1ª Credo di aver trovata una scultura di Giovanni Serodine!
Bum!
Senti come sta la cosa: Ho sfogliato alla Vaticana un Ms. anonimo intitolato: Opere di diversi architetti pittori scultori et altri Bellingegni... (1660). Lo conosci tu? Ora alla fine della descrizione della chiesa di S. Maria Nuova (S. Francesca Romana) vi è detto: La statua della Madonna di travertina sopra il frontispiszio di dª facciata è sculpita da Gio. Serodine.
[...] Sempre alla Vaticana ho trovato nel cod. vat. lat. 7927 una curiosa e strampalata raccolta di iscrizioni sui pittori che contiene certe interessanti iscrizioni sul Caravaggio che non so se tu conosca. Esse avvalorerebbero la notizia che tu trovasti sull'anno della morte di C.».
(Lucia Lopresti, lettera a Roberto Longhi, [s.d. ma primi mesi del 1922], p. 79-80)
«Mio amico dolce, dove sei dunque ora? Ad Anversa? Quante migliaia di quadri hai già visti? [...]
Sono stata poi chiamata per insegnare storia dell'arte al Mamiani – e ho accettato per ora, aspettando che tu mi risponda qualche cosa in proposito. Ho già cominciato e ho dodici ore di lezione alla settimana, due ore al giorno, cioè. Certo la lontananza grande della nuova sede del Mamiani mi riesce di grave incomodo – (pensa, tre quarti d'ora di tram!). Se tu sapessi poi come i presidi e il ministero intendono e favoriscono l'introduzione al nuovo corso! Ne parleremo a voce.
A casa tua la costruzione del salone è quasi terminata: sono state messe perfino le carte da parato e sono quasi ultimate anche le rifiniture. Io sto mettendo in ordine e ripulendo sistematicamente la biblioteca: un po' per giorno però, perché con tutta quella polvere è un lavoro che mi stanca molto. […]
Alla Vaticana, dove non ho potuto andare che una mattina soltanto, ho trovato fra le altre cose interessanti una nota dettagliata e differente da quello che dicono le guide, sulle pitture settecentesche di S. Clemente. Mi pare che le attribuzioni che ci sono registrate siano molto più convincenti.».
(Idem, [s.d. ma autunno del 1922] p. 78-79)
«Dunque non vai più a Londra? Oh salutami ma proprio di cuore Parigi, Robi – mi pare di esserci già, con te!
[...] Cosa faccio io? Ho fatto i cuscini – e vedessi come stanno bene! Ho riordinate, te l'ho già detto, le tue carte – uno di questi giorni faccio la pulizia generale della biblioteca: così quando ritornerai la troverai perfettamente a posto. Poi seguito a fare lo spoglio dei tuoi appunti sulle schedine – e vado all'Herziana [sic] dove sto ripassando gli indici dei Manoscritti vaticani che debbono ancora essere ricchissimi di novità. Farò poi una spedizione alla Vaticana.
All'Herziana ho trovato l'ultimo numero dell’“Arte” con un articolo di Venturi su Preti di stile solito e un altro di Ortolani di grandi pretese filosofiche. A proposito di Ortolani: ho cercato nel “Concilio” l'articolo su Caravaggio o sui Caravaggeschi che m'avevi indicato – ma non l'ho trovato: di Ortolani sul Concilio c'è soltanto... un romanzo a puntate, lunghissimo intitolato “Rufino protomartire”. E bbbbravo!
Amico mio, dove sei? A Lille o già a Bruxelles? Stringimi la mano forte, caro. Ti bacio. Sono la tua Lucia»
(Idem, [s.d. ma autunno del 1923], p. 77)
Prive di data, le lettere di Lucia Lopresti a Roberto Longhi sono conservate presso la Fondazione di studi di storia dell'arte Roberto Longhi, e si riferiscono al periodo in cui Longhi accompagnò il collezionista Alessandro Contini attraverso l'Europa, durante la primavera-autunno 1921; tuttavia, le lettere qui riportate sono databili agli anni 1922-1923, quando Longhi intraprese altri viaggi all'estero. Un altro nucleo di lettere di Lucia a Longhi per gli anni 1915-1917 sono invece conservate nel Fondo manoscritti dell'Università di Pavia.