- Fonte:
- Attilio Mangano, "La mia doppia biblioteca": a colloquio con Vincenzo Consolo: dalle prime esperienze di lettura alla difficoltà ad orientarsi tra scaffali e segnature, «Biblioteche oggi», 12 (1994), n. 6, p. 38-41.
«C'è qualche episodio particolare della tua infanzia che può spiegare questa tua "fame" di libri?
[...] Non solo in casa nostra non c'erano libri, ma a Sant'Agata – il mio paese – non c'era nemmeno la biblioteca.»
(Attilio Mangano, "La mia doppia biblioteca": a colloquio con Vincenzo Consolo, p. 38).
«Qual è invece il tuo rapporto con le biblioteche pubbliche, con il loro funzionamento e con il loro essere istituzionale?
Devo confessarlo, è un sentimento tutto speciale, è proprio un senso di angoscia. Forse si potrebbe parlare di un trauma originario, di una "prima volta" che rimane impressa nel mio inconscio e mi condiziona per sempre. È l'angoscia di non sapere trovare e reperire un libro, di non sapermi orientare con le segnature. Quando ero militare ed andai per la prima volta alla Biblioteca nazionale a Roma ricordo che ne rimasi sconvolto, mi sembrò la biblioteca di Babele. Ma mi rendo conto che è in un certo senso colpa mia.
Non è un giudizio con cui vuoi chiamare in causa le biblioteche pubbliche?
Forse, anche. Non so bene. Certo, se ho bisogno di un libro da prendere in biblioteca chiedo aiuto a mia moglie e lei si reca in missione e va a cercarlo in biblioteca, io non ci riesco. Ma in questa mia resistenza ci sono certo non solo delle ragioni psicologiche, c'è anche una parte di fastidio, potrei citare in questo senso un trattatello di Umberto Eco, De biblioteca [ma De bibliotheca], che fa una serie di esempi e di proposte per rendere il libro assolutamente raggiungibile.»
(ivi, p. 41).