Prezzolini (1902a)

Fonte:
Piero Marrucchi - Giuseppe Prezzolini, Carteggio: 1902-1918, a cura di Angela Piscini, Roma, Edizioni di storia e letteratura - [Lugano], Dipartimento dell'istruzione e cultura del Canton Ticino, 1997.

«Non rimetterti troppo al lavoro; occorrono allo spirito dei lunghi intervalli di tempo per pensare a sé stesso e sono forse più proficui di quelli in cui lo mettiamo a servigio delle idee altrui; [...] spesso noi ci lamentiamo di vaghi malesseri, [...] e la ragione è da trovarsi in una indigestione di idee. Io sto prendendone una, perché ho trovato un ricco magazzino alla Biblioteca Nazionale, ma penso smaltirla a poco a poco, appena lontano da Parigi. Perché non passerò l'inverno in questa tristissima e sconsolata città, dal cielo grigio e dalla infinita monotonia delle vie [...]. Appena il freddo, la nebbia, la pioggia, la neve e il fango ospiti invernali abituali di questa civilissima città faranno la loro apparizione, io dirò addio a le uniche cose che qui mi trattengono, tre isole di sogno per i mari deserti della volgarità, il Louvre, la Biblioteca Nazionale e quella di S. Généviève [!]. Fra queste passo la mia giornata e le mie sere, interessandomi molto alla filosofia della contingenza. [...]
Delle lezioni di cui mi chiedi non so nulla; ancora non sono stato alla Sorbona occupatissimo come ero in Biblioteca.»
(Giuseppe Prezzolini, lettera a Piero Marrucchi, [Parigi] 26 ottobre 1902, p. 3-5).

«Sfuggo nelle biblioteche a la preoccupazione che dà questa città; ma quivi mi seppellisco sotto i libri, e cercando il pensiero degli altri dimentico il mio; il mio cervello diventa un magazzino, tutto confuso e sottosopra, pieno di mobili d'ogni sorta, di tutti i tempi e gli stili; quando avrò tempo cercherò di mettere un po' di ordine. Per ora confusione e nebbia.»
(Prezzolini, lettera a Marrucchi, [Parigi novembre 1902], p. 6-7).

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