Prezzolini (1971)

Fonte:
Giuseppe Prezzolini, A proposito di Casa Italiana alla Columbia University e di fascismo, «Studi storici», 12, n. 2 (1971), p. 396-418.

«Cospicuo mi pare il silenzio della D.F.B. [Daria Frezza Bicocchi] sui libri, riviste e giornali antifascisti che per mia indicazione furono messi a disposizione del pubblico nella Biblioteca Paterno. Nessun altro si occupava di suggerire al bibliotecario i nuovi acquisti. Fui io che feci abbonare la biblioteca a «Giustizia e Libertà» allo «Stato Operaio» (anche per il mio gusto di sentire tutte le parti) e misi a disposizione di chiunque volesse prenderle dagli scaffali (senza neanche fare una scheda di richiesta) molte, se non tutte, le opere di Nitti, di Gobetti, di Jahier, di Salvemini. È strano che una egregia spulciatrice di frasi isolate non abbia pensato che questo era un fatto degno di nota. Forse perché senza intenzione di scherzare, avrebbe dovuto riconoscere che io ho contribuito alla diffusione delle idee dell'antifascismo, e mi merito una medaglia della Resistenza.».

(Giuseppe Prezzolini, A proposito di Casa Italiana alla Columbia University e di fascismo, p. 406. A seguito della pubblicazione del saggio Propaganda fascista e comunità italiane in USA: la Casa Italiana della Columbia University di Daria Frezza Bicocchi – apparso su «Studi storici» (11, n. 4, 1970) e assai critico verso Prezzolini e la sudditanza che questi ebbe verso il Fascismo durante gli anni della direzione della Casa Italiana –, il giornalista replicò con un saggio apparso sul successivo fascicolo di «Studi storici». Negli anni successivi Prezzolini ritornò in più di un’occasione sul suo operato negli anni newyorkesi, affrontandolo in particolare nel volume La Casa Italiana della Columbia University, Milano, All’insegna del pesce, 1976)

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