Manzini (1971)

Fonte:
Gianna Manzini, Ritratto in piedi, Milano, Mondadori, 1971.

«E gli studi? Hanno nulla a che fare i così detti studi superiori con quelli obbliganti (una borsa di studio dopo l'altra) delle scuole da me frequentate fino ad allora? Sì, mi era sempre piaciuto studiare. [...] Ma a Firenze, a parte l'ebbrezza delle lezioni, che cosa fu la Biblioteca nazionale! Quella scala: la scala del paradiso. I libri poi: un continente, una miniera; e anche uno spettacolo. Tieni. Puoi prendere quello che vuoi, anche averne in prestito: tuoi, dunque, tutti. Il silenzio aumentava un senso di rito e di fatagione. Come se non bastasse, da bambinuccia gracile che ero, divenni di colpo una ragazza tutta sana, scoppiante d'energia […].
Non avevo mai avuto appetito. […] Invece ebbi addirittura fame. Quell'improvvisa ingordigia di tutto, mi agguantò lo stomaco; e fu meraviglioso scoprire il pane. [...] Nel tratto tra la scuola e la biblioteca incontravo l'uomo che vendeva panini di ramerino. Sicuro che ne compravo uno.
Dovrò dire anche degli odori. Odori della pioggia sulla pietra. Odori di campagna portati a folate. Odori di libri invecchiati nelle sale della biblioteca. […]».

(Gianna Manzini, Ritratto in piedi, Milano, Mondadori, 1971, p. 192-193. Gianna Manzini, insieme alla madre, approdò a Firenze nell'autunno 1914.)

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